STORIE DELL’OGGI SUPPLICI DI PORTOPALO
Stasera lo spettacolo diretto da Gabriele Vacis ispirato alla tragedia di Eschilo. In scena Vincenzo Pirrotta nel ruolo di «cuntastorie» A lui il compito di mettere in luce le contraddizioni di un bellissimo luogo sulla costa siciliana che è teatro di sba
Portopalo è la punta estrema a sud della Sicilia. Non lontano da lì sbarcarono gli americani nel 1943, dando una svolta alla Seconda guerra mondiale. Oggi è luogo di arrivi dei migranti, noto per naufragi disastrosi come quello che nel 1996 costò la vita a 386 persone. Una terra, la Sicilia, sottoposta continuamente all’ondata di donne, uomini, ragazzi, bambini che dal Sud del mondo cercano una nuova vita. Una terra dove il tema dell’accoglienza e del rapporto con l’altro è quanto mai sentito, dibattuto, controverso. Le Supplici a Portopalo è uno spettacolo che cerca di interpretare le contraddizioni di quei luoghi bellissimi e carichi di dolore e speranza.
Si potrà vedere stasera alle 21 all’Oratorio di san Filippo Neri (via Manzoni), con un attore di potenza fuori dal comune, il siciliano Vincenzo Pirrotta, un «cuntastorie» che ha abbandonato le vicende di Orlando, Rinaldo e Carlo Magno per immergersi nei gangli dolorosi della contemporaneità usando l’antico modo di narrare le storie che va dalla placida descrizione all’accelerazione ritmica ed emotiva, fino a far esplodere frasi e parole trascinando lo spettatore in un turbine. Il lavoro presentato, nato nel 2009 sulla spiaggia del paese siciliano come una narrazione con assemblea pubblica, porta la firma di Gabriele Vacis, altro amante delle storie e dell’impegno civile, con la scena di Roberto Tarasco e i video di Michele Fornasero/Indyca.
Le Supplici sono una delle prime tragedie di Eschilo, un testo teatrale di 2.500 anni fa che già tratta il tema della fuga da luoghi pericolosi e dell’accoglienza. Le figlie di Danao sono perseguitate dai cugini egizi. Scappano e cercano rifugio ad Argo. Il re Pelasgo sottoporrà, democraticamente, la questione al popolo, perché gli egizi minacciano gravi ritorsioni contro chi accoglierà le fuggitive. Le antiche parole entrano negli scontri di opinione di oggi, in una concezione aperta del teatro come as-