La voce di Tony Hadley Il soul diventa lussuoso
L’ex leader degli Spandau Ballet stasera al Manzoni
semblea di discussione di temi civili e politici, che riguardano la vita della nostra «polis». Scrivono gli autori: «La spietata logica del respingimento di chi si presenta supplice, alle porte della città, a chiedere aiuto è deprecabile e inaccettabile per le leggi non scritte del codice etico della gente di mare, ma anche per la sensibilità di una comunità civile. Ma non basta la carità, non basta la pietà: solo la dimensione politica — insegna già Eschilo 2500 anni fa — può affrontare e risolvere positivamente, nel segno del bene comune, la difficoltà di migranti e cittadini».
Anni 80, in Gran Bretagna è un continuo susseguirsi di mode musicali. A un certo punto sboccia un fenomeno chiamato «new romantic», al cui vertice ci sono due band: Spandau Ballet e Duran Duran. Chi ascolta gli Spandau, odia i Duran e viceversa.
Tony Hadley (questa sera al teatro auditorium Manzoni, ore 21, euro 56/49/18) era la voce dei Ballet e con loro ha trascorso quasi dieci anni di una splendida carriera, terminata all’indomani della pubblicazione di Heart like a sky del 1989, che in Inghilterra arrivò solo al deludente 31esimo posto della classifica di vendita. Il sesto e ultimo lp della band ottenne comunque un buon successo in Italia, terra molto devota al verbo degli Spands dall’inizio alla fine di quest’avventura. Lo scioglimento si portò con sé alcuni strascichi legali, che videro contrappunti Tony Hadley, Steve Norman (sax) e John Keeble (batteria) ai fratelli Kemp proprietari del marchio Spandau e autori, nella persona di Gary, di quasi tutti i brani portati al successo dalla band.
Il sound dei Ballet era un elegante pop che sfociava in un lussuoso soul, ammiccava al rock e rimarcava i punti salienti delle canzoni con un suono di sax alquanto lounge. Insomma erano la band perfetta per dichiarare il proprio amore all’anima gemella o piangere guardando la luna nel cielo. Una sorta di Roxy Music meno sperimentali e molto più pop. Dopo la fine del gruppo Tony non si è perso d’animo, dando vita a una carriera solista e mettendo al mondo quattro figli. Album con brani originali, album di cover, album natalizi e album registrati dal vivo hanno costellato la sua discografia e la sua attività dal vivo, nella quale (il concerto di Bologna non farà eccezione) i successi degli Spandau sono l’ossatura portante. In questi anni non sono mancate neanche le collaborazioni, avere la voce degli Spandau Ballet nei propri brani dà un valore aggiunto decisamente importante. In Italia la sua ugola è apparsa in un brano di Caparezza ed è comparso al Festival di Sanremo con Paolo Meneguzzi. Nel 2009 ha preso parte alla reunion degli Spandau (con relativo album) per poi abbandonare la nave il 3 luglio 2017. Le ragioni della sua decisione non si conoscono.
Cantante dalla voce possente, Tony tifa Arsenal e per dieci anni ha fatto impazzire le sue fan sparse per il globo. Negli anni 80 stavi con gli Spandau o con i Duran, tutto il resto non contava. Spands o Duran, voi da che parte eravate schierati?