«Bisogna versare Un dovere verso i volontari»
Il tesoriere Grazia avverte il sindaco. Sponda anche da Roma
«Noi che facciamo gli amministratori siamo tenuti a contribuire. Anche nei confronti dei volontari che spendono soldi in benzina e offrono il loro tempo libero». La neopresidente dell’assemblea del Pd di Bologna, Giuliana Sabattini, commenta così il braccio di ferro tra il sindaco Virginio Merola e il Pd sui versamenti al partito. «Io — aggiunge — farò il possibile per l’unità del partito».
A voler essere molto cauti, c’è quantomeno irritazione nel Pd per la mossa a sorpresa del sindaco, che ha deciso di non versare per un bel po’ le sue quote al partito, avvisando Francesco Critelli solo a cose fatte. Il segretario provinciale per stemperare la tensione ha preferito fare un passo indietro, facendone fare uno avanti al nuovo tesoriere Gianni Grazia. Politico di lunga esperienza dentro al partito, il tesoriere come sua prima uscita avrebbe preferito occuparsi d’altro, non certo delle questioni economiche che riguardano l’inquilino di Palazzo d’Accursio. Invece ha dovuto sin da subito rimboccarsi le maniche e inviare un messaggio molto chiaro a Merola. Il Pd è disponibile a venire incontro alle sue esigenze, ma non come dice il sindaco pagando a fine mandato, perché come tutti gli altri amministratori è tenuto a rispettare le regole. Una posizione condivisa anche dal tesoriere nazionale dem Francesco Bonifazi, che dice: «Sono solidale con il Pd bolognese». Una migliore gestione della vicenda avrebbe (forse) portato a una maggiore comprensione da parte del Pd. Anche se va detto, al netto della questione Lombardelli, nel partito si fatica a capire come il sindaco, con uno stipendio di circa 6.000 euro netti, non riesca a versarne il 10% alle casse di via Rivani. Senza contare, fanno notare alcuni Dem, come solo a giugno scorso, alla fine del primo mandato, Merola abbia percepito un Tfr di 46.000 euro. Insomma, nel partito i conti non tornano. E i sospetti non si placano. Su più fronti.
Su quello politico, perché in diversi temono che quella di Merola altro non sia che un’ulteriore mossa di allontanamento dal Pd. E su quello economico, dove girano ricostruzioni o rumors che tali restano. Se questo è il clima, non deve quindi stupire la nota di Grazia. Dopo essersi assicurato che dietro la decisione del primo cittadino non ci fossero ragioni politiche, il tesoriere di Via Rivani lo ha subito richiamato all’ordine. «Il versamento del 10% dell'indennità netta mensile, da parte degli amministratori del Pd, rappresenta un obbligo sottoscritto al momento della candidatu- ra, da ciascun componente della nostra comunità politica», sottolinea il tesoriere di via Rivani. «Sono cifre — rimarca — che ci consentono di sviluppare iniziativa politica sul territorio, di aiutare i circoli in difficoltà e mantenere un presidio organizzato».
Questa è la sostanza. Poi c’è la forma. Perché Merola, ricorda Grazia, «ha informato il Pd della sua decisione successivamente alla comunicazione inviata agli uffici competenti del Comune, giustificandola con motivi personali che, in quanto tali, vanno senz’altro rispettati». Però. «Proprio perché i motivi sono personali e non politici, sono sicuro che il sindaco vorrà concordare nelle sedi deputate le modalità e i tempi di restituzione futura delle cifre dovute, a garanzia del rispetto delle regole comuni che sono tali in un partito politico e che valgono indistintamente per tutti i nostri amministratori a ogni livello».
Da Roma Bonifazi è di poche parole, ma non ha dubbi con chi stare: con Via Rivani. «Non voglio metterci bocca», dice, rimandando al suo post di ieri pomeriggio su Facebook dove sgrida i tanti parlamentari pd, ma soprattutto quelli confluiti in Liberi e uguali, che non hanno ancora versato i contributi dovuti al partito. Spiegando a tutti che si tratta «di un obbligo morale», poiché queste quote altro non sono che «soldi per i lavoratori».
Bonifazi In questa vicenda sono solidale con il Pd bolognese La spiegazione di Merola non convince molti sul piano sia politico che economico