Corriere di Bologna

Quando San Silvestro era una cosa seria

- Di Fernando Pellerano

Megaconcer­ti e Dj, dirette tv e Vecchioni «politici». Il Capodanno low profile non regge il confronto con gli anni scorsi.

Tutto iniziò nel 1922, ma il fascismo non c’entra. Quel 31 dicembre si bruciò in piazza Maggiore il primo Vecchione della storia, di cartapesta e imbottito di petardi. Dopo le fiamme, la festa, con la banda musicale e la lotteria. La piazza come ombelico della gioia. Tradizione intatta fino a quest’anno quando, dopo il rogo, la festa si farà un po’ più in là, nella T.

Novità che spiazza perché soprattutt­o negli ultimi anni, con il dj set DALLALTO e la sua selezione friendly ma non banale, l’atmosfera che si respirava sul Crescenton­e era decisament­e positiva, divertita, senza tensioni (i circostanz­iati divieti sull’alcol a qualcosa servono). Niente a che vedere con gli anni bui dei feriti, quando erano le bottiglie che volavano e l’euforia alcolica a raccoglier­e, su un tappeto di vetro, attenzione e brutte notizie.

Piazza Maggiore è sempre stata, nel bene e qualche volta nel male, il cuore pulsante della città e quindi anche del Capodanno. L’accelerazi­one spettacola­re e d’intratteni­mento arrivò alla fine degli anni Ottanta, anche se è sempre importante ricordare quel San Silvestro carico di significat­i politici allestito dal sindaco Renato Zangheri nel 1972, quando in piena era Vietnam invitò l’artista cileno Roberto Sebastian Matta a realizzare un Vecchione messaggero di sentimenti pacifisti. Anni Settanta, appunto. Due decenni dopo Walter Vitali dà un’ulteriore una scossa all’evento affidando a degli artisti l’immagine del Vecchione, da Cuniberti a Folon, e poi Sissi, Cuoghi Corsello e così via. Poi, sempre in quegli anni, Bologna conquista per prima, grazie a Bibì Ballandi, la vetrina del Capodanno Rai, con le due piste da ballo, la piazza, il salone del Podestà e l’ormai celebre danza della presentatr­ice Alba Parietti con uno dei 150 clochard protagonis­ti di quella «Notte degli Angeli». In altri anni, da una parte il Vecchione e dall’altra il grande palco della Rai. Che, itinerante, farà capolino per l’ultima volta nel 2010, epoca Cancellier­i, fra le polemiche perché in versione X Factor. E dire che l’anno prima la coppia Delbono-Mantovani confezionò un San Silvestro da 500.000 euro (con tanti soldi privati) con il doppio concerto a Firenze e poi Bologna e Lucio Dalla in viaggio sul Frecciaros­sa. Tutt’altra storia rispetto agli ultimi anni, con il format del dj set fino all’una e poi le navette per raggiunger­e i tanti locali della città: tutto dopo il consueto rogo del Vecchione d’artista. In mezzo altri San Silvestro, sempre con tanta musica e notevole confusione (molti evitavano la piazza proprio per quel «dopo» troppo euforico e alcolico). A parte alcune eccezioni, come quei Capodanno funambolic­i dello studio di Valerio Festi. Bene o male eventi di richiamo. Nel cuore, però, e non nelle arterie della città.

 ??  ?? Ricordi Da sinistra: il Capodanno del 1999 sul Crescenton­e; il Vecchione del 2001 per dire addio alla lira; Gaetano Curreri e Lucio Dalla sul palco di piazza Maggiore nel 2009
Ricordi Da sinistra: il Capodanno del 1999 sul Crescenton­e; il Vecchione del 2001 per dire addio alla lira; Gaetano Curreri e Lucio Dalla sul palco di piazza Maggiore nel 2009
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