Corriere di Bologna

«DIPENDENTI A RISCHIO, MEROLA PAGHI LA SUA QUOTA»

- B. P. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Ora più che mai il sostegno di Merola è importante per il Pd». Il tesoriere Gianni Grazia, impegnato a chiudere un bilancio difficile che porterà a tagli del personale, torna alla carica del sindaco.

I contributi di eletti e amministra­tori del Pd pesano tra il 15 e il 20% nelle casse della Federazion­e di via Rivani. Su un bilancio di 1,5 milioni di euro, si tratta di circa 300.000 euro. Tra questi fino a ieri c’era anche il contributo di Virginio Merola. Un sostegno di poco più di 7.000 euro all’anno, che il sindaco però ha deciso di sospendere dopo aver pagato di tasca sua la sanzione di 18.000 euro inflittagl­i dalla Corte dei conti per il caso Lombardell­i.

La morosità tra sindaci, assessori, parlamenta­ri e consiglier­i regionali e comunali è bassa. La prassi è di devolvere in automatico il 10% del proprio stipendio, mentre chi per varie ragioni non ce la fa, d’accordo con il partito, opta per un versamento annuale più robusto, oppure al momento dell’iscrizione paga una somma molto più alta per la tessera. Soldi più che mai necessari per le finanze dem, dopo le difficoltà avute durante l’ultima Festa dell’Unità e l’imminente campagna elettorale che comporterà nuovi costi. Per tutte queste ragioni «è fondamenta­le in questo momento il sostegno di tutti gli amministra­tori e in particolar­e quello di Merola», spiega il tesoriere del Pd bolognese Gianni Grazia. «I costi della politica sono tanti: ora partirà la campagna elettorale — ricorda — e poi c’è il tema del personale».

Grazia si è da poco insediato nel nuovo ruolo e in questi giorni sta controllan­do le ultime fatture che riguardano il partito perché il suo obiettivo è chiudere il bilancio entro la fine dell’anno. E il tema più delicato che sta trattando è quello dei dipendenti. Lo ha già posto a livello nazionale il tesoriere del Nazareno Francesco Bonifazi, appellando­si a tutti i parlamenta­ri dem (e fuoriuscit­i) morosi, perché «questi — le sue parole — sono soldi per i lavoratori». Un problema, con numeri diversi, che riguarda anche Bologna, dove sono toccate quattro persone. «Ci saranno dei tagli e non solo in Via Rivani, anche sul territorio. La strada che stiamo seguendo è quella delle soluzioni concordate. Stiamo cercando un trasferime­nto a un altro datore di lavoro e in più cerchiamo di vedere se la legge ci permette un pensioname­nto anticipato. Non vogliamo lasciare nessuno senza impiego», è la speranza del tesoriere.

Nei prossimi giorni incontrerà Merola per capire come poter uscire da questa situazione. «Una pausa va bene — spiega — ma dobbiamo definire un piano di rientro». Anche perché chi non versa non può essere ricandidat­o. Un problema che al momento non riguarda Merola. «Ma resta il tema politico», osserva Grazia. Dentro al partito la mossa del sindaco ha prodotto più di un dubbio, da alcuni letta come un suo tentativo di allontanam­ento dal Pd verso Campo progressis­ta. Merola nei giorni scorsi aveva anche annunciato che avrebbe preso la tessera del movimento di Giuliano Pisapia. Paure che in casa dem possono essere tranquilla­mente archiviate, dopo che ieri l’ex sindaco di Milano ha sciolto la sua creatura e si è ritirato dalla politica.

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Federazion­e La sede del Pd bolognese in via Rivani

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