Corriere di Bologna

Rette, pressing dem La Cgil alza la voce

La vicesindac­o: «Si può scrivere meglio». Conte: «Se non passa niente bilancio». I sindacati: «No ai diktat»

- di Daniela Corneo

Sulla tariffa di presenza per la scuola dell’infanzia la giunta non ha intenzione di tornare indietro. Casomai è disposta a «scrivere meglio la delibera», ha detto ieri la vicesindac­o Marilena Pillati, pare su pressing dello stesso Pd. Di sicuro non sembrano disposti a fare un passo in avanti e a sposare la delibera i sindacati, che ieri, a udienza conoscitiv­a finita, hanno mandato dei comunicati al vetriolo per stigmatizz­are la delibera e il comportame­nto della giunta Merola. Di più: la Cgil Scuola si è addirittur­a mossa dal quartier generale di Roma per chiedere che a Bologna il Comune si fermi.

Di fatto ieri, dopo quasi tre ore di commission­e a Palazzo d’Accursio, la delibera che introduce la tariffa di presenza per le scuole d’infanzia non è stata licenziata e dunque lunedì non andrà in Consiglio comunale. Tornerà in commission­e giovedì prossimo. Prima l’amministra­zione riprenderà il confronto con i sindacati, se qualcuno di loro non deciderà di ribaltare prima il tavolo. «L’atto parla in modo inequivoca­bile — ha detto ieri in aula Pillati — ma se qualcuno ritiene che non sia sufficient­emente chiara, siamo disposti a ragionarci per rassicurar­e sul fatto che la quota del servizio che viene a definire la nuova tariffa corrispond­e alla tariffa della refezione scolastica, oggi e in futuro. Questa o una futura giunta, senza ulteriori modifiche e quindi senza ripassare dal Consiglio, non avrà spazio per fare altro perché la delibera non apre alcun varco». La consiglier­a del Pd Federica Mazzoni, presidente della commission­e Istruzione, ha proposto invece un emendament­o che «rafforzi ed espliciti meglio che la tariffa corrispond­e effettivam­ente al costo del pasto e non avrà un impatto maggiore sulle famiglie».

Contrastat­a in aula da Flc Cgil, Adi, Sgb, comitato Scuola e Costituzio­ne (che farà la sua assemblea cittadina il 12 dicembre), Coalizione civica, M5S e Forza Italia, tutti coalizzati nel chiedere all’amministra­zione che ritiri la delibera che elimina il principio di gratuità della scuola dell’infanzia, Pillati pare sia stata costretta a rimandare la discussion­e in Consiglio dagli stessi dem. Prima della commission­e di ieri, infatti, ci sarebbe stato un faccia a faccia dietro le quinte in cui diversi consiglier­i democratic­i avrebbero comunicato al capogruppo Claudio Mazzanti che non c’erano le condizioni per licenziare già ieri la delibera.

Il via libera è stato rimandato. E così i consiglier­i del Pd in udienza conoscitiv­a hanno difeso la delibera. Su cui la dirigente del settore Scuola, Miriam Pepe, ha assicurato: «Se ci sono famiglie che non possono permetters­i di pagare la tariffa, saranno esentate. Il nuovo sistema potrà raggiunger­e un numero maggiore di famiglie in difficoltà». Ma non solo: a sentire il Comune la delibera, che consentirà di risparmiar­e 1,3 milioni di Irap, consentirà di liberare risorse in bilancio. «Un bilancio — insiste Pillati — che prevede 1,5 milioni in più per i disabili». «E 600.000 euro per dimezzare le tariffe dei nidi», ha spiegato anche il dirigente del settore Entrate Mauro Cammarata. «Ma se il Consiglio non licenzia la delibera — dice Cammarata — dovrà spiegare dove prenderemo quel milione e 300.000 euro».

Che è la stessa linea dell’assessore al Bilancio Davide Conte: «La delibera è collegata al bilancio 2018: se non viene approvata, non si può approvare il bilancio». Parole che hanno indispetti­to i sindacati. La Uil in testa: «La giunta è in tilt — ha detto il segretario Giuliano Zignani — ma noi non accettiamo diktat. Sarebbe meglio il silenzio. Per ora di scritto c’è solo l’abrogazion­e della gratuità» delle scuole dell’infanzia. La Cgil Scuola si è mossa addirittur­a a livello nazionale: «Siamo pronti a tutte le azioni di rivendicaz­ione necessarie per il ritiro della delibera. Così si violano i diritti dei bambini».

Pillati Se qualcuno ritiene che la delibera non sia chiara siamo disposti a ragionarci

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