Sosta e multe, «troppi ricorsi» FI va in Procura
Le multe degli accertatori della sosta di Tper finiscono nel mirino di Forza Italia, che le ritiene illegittime e dunque presenta un esposto in Procura. Non a caso, spiegano i berlusconiani, circa l’80% di chi decide di fare ricorso al prefetto o al giudice di pace vince.
Le multe degli accertatori della sosta di Tper finiscono nel mirino di Forza Italia, che presenta in questi giorni un esposto in Procura per chiedere accertamenti sulle «sanzioni illegittime che da anni vengono elevate senza l’intervento del Comune, nonostante l’irregolarità sia stata confermata da una sentenza della Cassazione».
Il consigliere regionale Galeazzo Bignami, i forzisti a Palazzo d’Accursio, Marco Lisei e Francesco Sassone, si riferiscono in particolar modo a quei provvedimenti presi dagli accertatori e che non rientrerebbero nelle loro funzioni. «A loro spetta intervenire nelle infrazioni della sosta a pagamento, o per esempio se un veicolo parcheggiato male intralcia il trasporto pubblico ma non in tutte le altre casistiche nelle quali vengono impiegati, come per esempio i motorini parcheggiati sui marciapiedi», spiega Lisei.
Al documento consegnato agli uffici giudiziari sono stati allegati anche i dati sulla portata del fenomeno: secondo i calcoli di Lisei i verbali illegittimi ammonterebbero al 50% di quelli fatti dai dipendenti di Tper, in sostanza per quanto riguarda il 2016 la metà dei 150.945 resi noti, quindi circa 75.000. «Si tratta di numeri che abbiamo provato a individuare ma bisognerebbe entrare nel dettaglio — precisa Lisei —. Comunque secondo noi per le casse del Comune parliamo di una cifra che varia dai 3 ai 5 milioni di euro di entrate». A supportare la tesi, Forza Italia porta la sentenza del 2009 della Cassazione (sezioni unite) che chiariva come le competenze delegate ai dipendenti di società concessionarie siano limitate alla sosta dei veicoli nelle aree oggetto della concessione.
Il risultato di questa situazione secondo Bignami è che «che nell’80% dei casi chi fa ricorso al giudice di pace o al prefetto si vede annullare la multa, anche se purtroppo sono pochi quelli che decidono di farlo». Il motivo viene spiegato dall’avvocato Matteo Nanni, che ha già seguito alcuni ricorsi di questo tipo e collabora con i consiglieri nell’esposto. «Spesso la cifra da pagare per impugnare il provvedimento è superiore alla multa, ovvero parlando di un motorino in sosta vietata parliamo di 43 euro contro i 28 di sanzione — sottolinea il legale —. Questa è proprio la motivazione che potrebbe spingere l’amministrazione ad andare avanti, sapendo comunque di ricavare degli introiti». Nel 2015 su 535 ricorsi al prefetto (178.885 il totale delle multe di quell’anno) ben 260 hanno visto prevalere il cittadino multato, con 82 ricorsi respinti e 159 ancora in corso. Lo stesso anno i giudici di pace hanno dato ragione ai cittadini ricorrenti 54 volte, con 13 ricorsi respinti (64 sono ancora in corso). Anno nero il 2015 anche per Scout: le 52.909 multe comminate hanno prodotto 383 ricorsi al prefetto, dei quali 219 vinti dai cittadini, 32 respinti e 117 ancora in corso.
Illegittimità Per i berlusconiani il personale Tper può sanzionare solo in ben determinati casi