Mini Capodanno Il questore: una scelta del Comune
«Progetti più articolati presuppongono un dispiegamento di strutture fisse e personale per garantire i necessari livelli di safety e security, spetta agli organizzatori proporre un piano: non si tratta di rinunciare, ma di programmare». Il questore Ignazio Coccia interviene per precisare che il Capodanno low profile di quest’anno non è legato strettamente alle misure anti terrorismo, ma frutto di una «proposta avanzata dagli organizzatori, ai quali sono state richieste solo delle misure da mettere in campo. Ognuno poi fa le sue dovute valutazioni, di certo c’è che senza quei profili di sicurezza obbligatori non ci sono alternative».
Il programma di un Veglione allargato alla T e accompagnato da musica in filodiffusione, senza concerti e dj-set, non è piaciuto a gran parte delle associazioni di categoria e anche in Consiglio comunale il giudizio negativo sul lavoro del settore Cultura è bipartisan: lunedì arriveranno domande in question time e richieste di trattazione di ordine del giorno da destra e sinistra. L’assessore al Bilancio, Davide Conte, prova a smorzare le polemiche: «Tutte le innovazioni determinano un cambiamento, di certo non è una questione di soldi, visto che il budget è invariato. Comunque il vero regalo che troveranno i bolognesi sotto l’albero è un bilancio che cresce con tasse che calano. Lo vogliamo approvare entro il 21 dicembre perché vuol dire avere un’amministrazione con i conti a posto».
La tradizione è stata salvata solo con il rogo del Vecchione e dal Comune spiegano che il dettaglio dei 110.000 euro di spesa non è ancora disponibile. Intanto Ascom torna ad attaccare il format. «Un’occasione persa, l’assessore alla Cultura ha seguito una strada senza cercare la collaborazione tra pubblico e privato», dice il direttore Giancarlo Tonelli. Lunedì la questione tornerà a far discutere l’aula del Consiglio. Il dem Vinicio Zanetti presenterà una domanda d’attualità con due richieste: «Come mai è stato deciso di non confermare il format passato? Perché in altre città le feste in piazza ci saranno e qui no?». Sulla stessa linea Lucia Borgonzoni della Lega Nord: «Chiederemo se sia possibile intervenire per salvare la serata». Per Massimo Bugani del M5S «è la dimostrazione di uffici culturali ormai senza linea politica, sembra che si voglia fare un favore all’Unipol Arena e al suo spettacolo». Marco Lisei (Forza Italia) aggiunge: «Negli anni hanno ridotto le dimensioni della festa, fino a eliminarla». «Sorpresi per questa scelta» anche Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) ed Emily Clancy (Coalizione Civica).