Galvani, ritornano i manifesti fascisti La preside: mi dissocio
Lo hanno fatto di nuovo. Tre manifesti di ispirazione neofascista, identici a quelli appesi lunedì scorso alle colonne del liceo Galvani, sono ricomparsi ieri mattina, questa volta proprio di fronte al portone di ingresso della scuola. La firma è sempre la stessa: Blocco Studentesco, movimento di estrema destra legato a Casapound. La denuncia della Città metropolitana scattata due giorni prima non è bastata, a quanto pare, a mettere la parola fine su questa vicenda. E così la dirigente scolastica, Giovanna Cantile, come in un déjà vu, ieri ha di nuovo segnalato l’accaduto all’ufficio competente della Città metropolitana.
«Chiederò maggiore supporto alle forze dell’ordine», ha assicurato Cantile, affermando di aver pensato anche all’installazione di telecamere all’esterno. «Visti i precedenti atti di aggressione alla nostra istituzione scolastica voglio dissociarmi da queste forme di manifestazione precisando che dentro la scuola non esistono studenti appartenenti a Blocco Studentesco», ha affermato la dirigente. La preside ha anche risposto alle critiche arrivate dalla politica. La consigliera del Pd Federica Mazzoni nel suo blog aveva infatti definito «preoccupante» la reazione della dirigente, che aveva detto di non ritenere «tanto importante il contenuto dei manifesti, quanto l’imbrattamento di colonne e portici». «Non sono indifferente. Non voglio entrare nel merito politico perché non posso, ma è normale che io sia contro ogni forma di estremismo», ha voluto sottolineare ieri Cantile.
Intanto all’uscita da scuola i ragazzi condannano il gesto, ma per ragioni diverse. «Per me è inconcepibile che ci sia chi la pensa così. Il problema principale non è la colonna sulla quale sono appesi molti cartelli, ma il messaggio», dice Lucia, 17 anni. «Va denunciato in qualsiasi caso, al di là del messaggio politico», aggiunge Eugenio, anche lui di 17 anni. Ma sono i professori i più colpiti: «È una provocazione. In questi giorni decideremo come muoverci. Questa è una scuola plurale nella quale ciascuno può esprimersi, ma non così», afferma Tiziana Borgognoni, docente di Lettere.