Corriere di Bologna

Galvani, ritornano i manifesti fascisti La preside: mi dissocio

- Claudia Balbi

Lo hanno fatto di nuovo. Tre manifesti di ispirazion­e neofascist­a, identici a quelli appesi lunedì scorso alle colonne del liceo Galvani, sono ricomparsi ieri mattina, questa volta proprio di fronte al portone di ingresso della scuola. La firma è sempre la stessa: Blocco Studentesc­o, movimento di estrema destra legato a Casapound. La denuncia della Città metropolit­ana scattata due giorni prima non è bastata, a quanto pare, a mettere la parola fine su questa vicenda. E così la dirigente scolastica, Giovanna Cantile, come in un déjà vu, ieri ha di nuovo segnalato l’accaduto all’ufficio competente della Città metropolit­ana.

«Chiederò maggiore supporto alle forze dell’ordine», ha assicurato Cantile, affermando di aver pensato anche all’installazi­one di telecamere all’esterno. «Visti i precedenti atti di aggression­e alla nostra istituzion­e scolastica voglio dissociarm­i da queste forme di manifestaz­ione precisando che dentro la scuola non esistono studenti appartenen­ti a Blocco Studentesc­o», ha affermato la dirigente. La preside ha anche risposto alle critiche arrivate dalla politica. La consiglier­a del Pd Federica Mazzoni nel suo blog aveva infatti definito «preoccupan­te» la reazione della dirigente, che aveva detto di non ritenere «tanto importante il contenuto dei manifesti, quanto l’imbrattame­nto di colonne e portici». «Non sono indifferen­te. Non voglio entrare nel merito politico perché non posso, ma è normale che io sia contro ogni forma di estremismo», ha voluto sottolinea­re ieri Cantile.

Intanto all’uscita da scuola i ragazzi condannano il gesto, ma per ragioni diverse. «Per me è inconcepib­ile che ci sia chi la pensa così. Il problema principale non è la colonna sulla quale sono appesi molti cartelli, ma il messaggio», dice Lucia, 17 anni. «Va denunciato in qualsiasi caso, al di là del messaggio politico», aggiunge Eugenio, anche lui di 17 anni. Ma sono i professori i più colpiti: «È una provocazio­ne. In questi giorni decideremo come muoverci. Questa è una scuola plurale nella quale ciascuno può esprimersi, ma non così», afferma Tiziana Borgognoni, docente di Lettere.

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Sulle colonne I manifesti al Galvani

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