Corriere di Bologna

Quando Galliani andò a prendersi Destro

Inzaghi era sicuro sarebbe stato il bomber giusto. Ma la maledizion­e della punta rossonera...

- Claudio Beneforti

Trecento partite e 126 gol segnati dal 2001 all’estate del 2012, le fotografie di Pippo Inzaghi e della sua maglia numero nove del Milan che trovano spazio sempre nelle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Poi dall’addio di Pippo solo silenzi, come un incantesim­o. E non a caso tanti da allora parlano di maledizion­e per quel numero che porta iella a chi decide di sceglierlo.

Siamo al gennaio del 2015, Fernando Torres sta vivendo soprattutt­o di stenti e silenzi, vuole andare via lui e il Milan non vede l’ora che se ne vada. L’allenatore di quella squadra è proprio Inzaghi, che da Torres si sarebbe aspettato tutto un altro rendimento per quelle che sono le sue grandi qualità. Pippo parla con Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, ha le idee chiare sull’attaccante da portare al Milan nel caso in cui la società riuscisse a mollare lo spagnolo. Torres trova una sistemazio­ne all’Atletico Madrid, a questo punto non resta che provare a convincere il ragazzo che Inzaghi vede alla grande nel suo Milan, ritenendol­o un attaccante che gli assomiglia soprattutt­o in area di rigore. Avete capito bene, stiamo parlando di Mattia Destro, che nella Roma sta dimostrand­o di avere il gol addosso e che sembra anche pronto a lasciare la capitale trovando poco spazio. Pippo parla di nuovo con Galliani, convinto com’è che l’arrivo di Destro cambierebb­e la vita al suo Milan, e l’amministra­tore delegato rossonero va all’attacco dopo aver ricevuto la benedizion­e da Berlusconi.

Il viaggio in treno da Milano a Roma, Galliani che raggiunge l’abitazione del giovane attaccante e suona il campanello, il braccio destro del Cavaliere e Destro che scambiano alcune battute al citofono prima che Galliani salga per incontrarl­o. Certo, Destro non lo vuole solo Inzaghi, tutto il governo del Milan è convinto che sia la scelta giusta. L’operazione si chiude una decina di giorni più tardi, sia Destro che Inzaghi sono al settimo cielo. Galliani lo strappa alla Roma con la formula del prestito con diritto di riscatto a giugno, per poterlo vestire di rossonero a titolo definitivo Berlusconi dovrà versare nelle casse della Roma 16 milioni di euro.

In quel Milan ci sono in attacco Pazzini, El Shaarawy, Menez, Cerci, ecco che Destro parte bene ma con il passare delle settimane si smarrisce, nonostante le attenzioni che gli rivolge quotidiana­mente Inzaghi. Sì, la maledizion­e della punta titolare rossonera colpisce anche lui, dopo aver colpito Pato, Matri, Balotelli e Torres. Pensate, da quell’estate del 2012 in cui Inzaghi lasciò all’arrivo a Milanello di Destro, nessuno è più riuscito ad essere il centravant­i titolare per più di una stagione. E quelli che abbiamo menzionato prima (tranne Balotelli) hanno fatto solo mezzo campionato. Alla fine dell’annata Destro mise insieme 15 presenze e 3 gol vestito con la maglia rossonera, inevitabil­mente Galliani non lo riscattò, nonostante credesse ancora nelle sue qualità.

Quello che è successo dopo lo sappiamo, Destro torna alla Roma e su di lui arriva Pantaleo Corvino che lo porta a Bologna. Con il popolo rossoblù felice per il suo arrivo, convinto com’è che diventerà il fiore all’occhiello del Bologna di Joey Saputo. Domenica l’attaccante rossoblù torna a San Siro per affrontare il suo passato, di quel suo Milan ritroverà Abate, Suso, Montolivo, Bonaventur­a, Antonelli e Calabria. A proposito: la maledizion­e della maglia numero nove almeno in campionato continua, ora che la porta addosso André Silva.

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