L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL GOL
Per liberarmi della tristezza di cedere a questo Milan, concedendo per sovrappiù una doppietta a Bonaventura, ho passato la notte a rivedermi la sconfitta interna dell’anno scorso, 11 contro 9, l’unico momento della mia vita in cui ho pensato seriamente di guarire dalla malattia rossoblù e dedicarmi al curling. Era uno scontro diretto per l’Europa League e l’abbiamo perso, peccato. Abbiamo fatto da defibrillatore a una squadra rantolante, e ok. Ma le note positive sono state molte. Un paio su tutte: Destro è tornato quasi definitivamente un giocatore di calcio, e mica scarso, e Masina ha fatto una partita eccellente, la sua migliore quest’anno, denotando cenni di ripresa che solamente poche settimane fa sembravano impossibili.
Posso segnalare una nota negativa paradossale? Verdi. Dice: ma ha fatto un gol splendido. Vero. E Ambrosini su Sky la definito «fortunoso» solo perché non ha ancora la maglia dell’Inter. Non solo: a momenti fa doppietta su corner. E quando aveva la palla tra i piedi il Milan comunque tremava. Ma ne ha perse un bel po’ per il dribbling di troppo, l’infingimento, la possibilità di raddoppiare concessa per un movimento allo specchio che si poteva evitare. Penserete che sia un trucchetto, criticarlo, così non se lo prende una grande squadra a gennaio. Avete ragione ma solo in parte. E quella piccola parte, al momento, è la differenza tra l’essere importante (come ieri, come col Crotone) e decisivo.