L’ATENEO CERCA BIBLIOTECARI MA NON LI PAGA
UniBo cerca bibliotecari per il dipartimento di Storie Culture e Civiltà. Ma le persone che supereranno la selezione non verranno pagate. Il bando dell’Università, uscito martedì 9 gennaio scorso, si rivolge infatti a «figure di volontariato». Una selezione che non è piaciuta alla rete dei precari della ricerca e della didattica, che accusa: «L’uso di volontari legittima la gratuità di alcune mansioni».
L’Alma Mater cerca bibliotecari per il dipartimento di Storie Culture e Civiltà. Ma le persone che supereranno la selezione non verranno pagate. Il bando dell’Università di Bologna, uscito martedì 9 gennaio, si rivolge infatti a «figure di volontariato». Unici requisiti richiesti: il diploma, la capacità di usare il computer e di relazionarsi con l’utenza. Una selezione che non è piaciuta alla rete dei precari della ricerca e della didattica che su Facebook tuona: «Ci risiamo! Il lavoro gratuito si ripresenta all’Università di Bologna. Dopo che le battaglie dei precari avevano costretto il legislatore a eliminare le docenze a contratto gratuite, la gratuità del lavoro rispunta per i servizi bibliotecari». Questa vicenda, raccontano i precari, inizia nel 2009: da allora ogni anno l’ateneo pubblica un bando per reclutare bibliotecari volontari. «Una scelta che contestiamo perché è evidente che l’uso di volontari rende lecita la gratuità di alcune mansioni lavorative», denuncia Barbara Grüning della rete dei precari della ricerca e della didattica. «Le biblioteche cercano di mantenere alto il servizio e tenere aperto, ma non riescono a farlo né con il personale di ruolo né con gli studenti delle 150 ore e quindi contano sul volontariato», spiega ancora Grüning. Il timore poi per chi da anni lavora da precario nell’Alma Mater è che questo strumento, normato da un regolamento universitario del 2009, possa essere usato sempre di più come toppa per garantire il servizio: «Un fenomeno che può interessare, oltre al servizio bibliotecario, quello tecnico-amministrativo, fino forse a estendersi ad attività di sostegno didattico come l’assistenza agli esami». Questo in quanto il regolamento, secondo la rete dei precari, sarebbe privo di «riferimento e specifiche su quali strutture e quali mansioni il volontario possa andare a svolgere». La rete di precari chiede quindi, da un lato un confronto sul regolamento del volontariato definendone meglio i confini, dall’altro di discutere le questioni legate alla carenza del personale. La prorettrice al personale dell’Alma Mater, Chiara Elefante, si dice disponibile al dialogo sul regolamento e assicura: «Con questo bando non andiamo a sopperire ad un bisogno o a chiudere la strada a qualcuno che vuole fare il concorso. È una forma di collaborazione che non si interseca, procede parallela». Infine Elefante esclude la possibilità di estendere il volontariato a settori come la didattica: «Bologna non lo fa».