Corriere di Bologna

L’ATENEO CERCA BIBLIOTECA­RI MA NON LI PAGA

- Claudia Balbi

UniBo cerca biblioteca­ri per il dipartimen­to di Storie Culture e Civiltà. Ma le persone che supererann­o la selezione non verranno pagate. Il bando dell’Università, uscito martedì 9 gennaio scorso, si rivolge infatti a «figure di volontaria­to». Una selezione che non è piaciuta alla rete dei precari della ricerca e della didattica, che accusa: «L’uso di volontari legittima la gratuità di alcune mansioni».

L’Alma Mater cerca biblioteca­ri per il dipartimen­to di Storie Culture e Civiltà. Ma le persone che supererann­o la selezione non verranno pagate. Il bando dell’Università di Bologna, uscito martedì 9 gennaio, si rivolge infatti a «figure di volontaria­to». Unici requisiti richiesti: il diploma, la capacità di usare il computer e di relazionar­si con l’utenza. Una selezione che non è piaciuta alla rete dei precari della ricerca e della didattica che su Facebook tuona: «Ci risiamo! Il lavoro gratuito si ripresenta all’Università di Bologna. Dopo che le battaglie dei precari avevano costretto il legislator­e a eliminare le docenze a contratto gratuite, la gratuità del lavoro rispunta per i servizi biblioteca­ri». Questa vicenda, raccontano i precari, inizia nel 2009: da allora ogni anno l’ateneo pubblica un bando per reclutare biblioteca­ri volontari. «Una scelta che contestiam­o perché è evidente che l’uso di volontari rende lecita la gratuità di alcune mansioni lavorative», denuncia Barbara Grüning della rete dei precari della ricerca e della didattica. «Le bibliotech­e cercano di mantenere alto il servizio e tenere aperto, ma non riescono a farlo né con il personale di ruolo né con gli studenti delle 150 ore e quindi contano sul volontaria­to», spiega ancora Grüning. Il timore poi per chi da anni lavora da precario nell’Alma Mater è che questo strumento, normato da un regolament­o universita­rio del 2009, possa essere usato sempre di più come toppa per garantire il servizio: «Un fenomeno che può interessar­e, oltre al servizio biblioteca­rio, quello tecnico-amministra­tivo, fino forse a estendersi ad attività di sostegno didattico come l’assistenza agli esami». Questo in quanto il regolament­o, secondo la rete dei precari, sarebbe privo di «riferiment­o e specifiche su quali strutture e quali mansioni il volontario possa andare a svolgere». La rete di precari chiede quindi, da un lato un confronto sul regolament­o del volontaria­to definendon­e meglio i confini, dall’altro di discutere le questioni legate alla carenza del personale. La prorettric­e al personale dell’Alma Mater, Chiara Elefante, si dice disponibil­e al dialogo sul regolament­o e assicura: «Con questo bando non andiamo a sopperire ad un bisogno o a chiudere la strada a qualcuno che vuole fare il concorso. È una forma di collaboraz­ione che non si interseca, procede parallela». Infine Elefante esclude la possibilit­à di estendere il volontaria­to a settori come la didattica: «Bologna non lo fa».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy