«Simone, resta qui Sei il simbolo rossoblù»
Diamanti: «A chiunque fanno comodo 28 milioni. Ma qui Simone sta bene»
Alessandro Diamanti, le fischieranno le orecchie in questi giorni… «No, perché?».
Come perché… In attesa di conoscere la scelta di Simone Verdi tutti ricordano che qualche gennaio fa il Bologna di Albano Guaraldi la mollò ai cinesi dovendo e volendo fare cassa… «Le situazioni sono diverse».
Questioni di punti di vista… Perché sarebbero diverse?
«Perché Verdi è giovane e perché questo è un Bologna forte e in espansione, nel quale i campioni come Verdi possono avere la residenza». Dove vuole arrivare? «Che se io fossi Verdi, non avrei dubbi». Nel senso che resterebbe a Bologna?
«Tutta la vita. Lo dico a Verdi avendo più anni di lui. Considerato che il Bologna gli sta consentendo di scegliere il suo domani, al suo posto farei di tutto per aprire un ciclo con questa società. E poi…». E poi?
«È meglio essere il numero uno a Bologna che il numero dodici o tredici a Napoli. Uno dei tanti insomma. A Bologna è coccolato, gioca sempre, a Napoli andrebbe a giocare in una squadra consolidata dove è difficile per tutti ritagliarsi uno spazio. No, no, grazie, io non mi muoverei mai da qua». Guardi che al Bologna farebbe
piacere se andasse, 28 milioni sono tanti…
«Non lo so, non posso saperlo, ho letto e ho ascoltato i dirigenti del Bologna che assicurano che deve decidere Verdi e io prendo per buone quelle parole. Per me la società ha fatto bene a parlare così, si sta comportando da grande club». Sa che anche Signori ha consigliato a Verdi di decidere
con il cuore…
«Con il cuore e con la testa, Verdi deve sapere quello che lo aspetterebbe a Napoli. Una partita sì e una no, uno spezzone sì e tre partite no, a me non andrebbe proprio, troppo complicato. Un giocatore con il suo talento deve giocare e non stare a guardare».
Ma a Bologna correrebbe il rischio di fare un girone di ritorno nell’anonimato, alla
luce di quella che è l’attuale classifica.
«Non conosco i tempi, ma questo è un Bologna che vuole crescere. E sarebbe bello che lui diventasse il giocatore simbolo. Il Bologna deve averlo un giocatore simbolo. Dopo Baggio arrivò Signori, dopo Signori è arrivato Di Vaio. Ecco, quando andai via io, rimase un buco che finalmente ora si è colmato con Verdi». Se potesse tornare indietro, non se ne andrebbe, vero?
«Non voglio più parlare di questa storia, è venuta a noia a tutti».
Ci consenta: nessuno le puntò la pistola alla testa ordinandole di lasciare il Bologna.
«Chiudiamola qua, non ne ho voglia, se andassi avanti comincerebbe un giochino che non mi interessa più». Di sicuro al Bologna di
Guaraldi quei soldi facevano comodo. Lei non ritiene che questi 28 milioni in arrivo da Napoli potrebbero essere importanti anche per il Bologna di Saputo?
«Se è per questo farebbero comodo a qualsiasi società, non solo al Bologna. Ventotto milioni sono tanti, tantissimi, ma io torno al discorso di prima, e cioè che Saputo non ha detto di voler vendere Verdi per forza. Per come la vedo io il Bologna sta facendo scegliere il giocatore, è questo il comportamento che la società doveva avere. Caso mai…». Caso mai?
«L’importante è che nel caso in cui Verdi decidesse di rimanere, dovrebbe poi mantenere grandi motivazioni. Ma non penso che questo possa essere un problema. Verdi è un ragazzo molto serio con la testa sulle spalle. Immagino le vacanze che avrà passato poverino…». Poverino? In che senso?
«Con tutte le pressioni che avrà avuto, le telefonate che avrà ricevuto in questi giorni, difficilmente si sarà divertito. L’avrà staccata la spina almeno per qualche ora? Chissà, forse no».
Cosa perderebbe il Bologna se Verdi se ne andasse adesso?
«Perderebbe tanto. Comunque, in quel caso, sono sicuro che Saputo poi investirebbe questi soldi per comprare un altro Verdi».
Napoli e il futuro Essere protagonista è meglio di essere uno dei tanti, come sarebbe Verdi a Napoli. Se parte sono certo che Saputo lo sostituirà con un big