Corriere di Bologna

UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVE­NZA

- di Massimo Degli Esposti

Forse qualcosa cambierà con la nascita dell’Università dei motori, promossa dall’associazio­ne Muner che mette insieme i protagonis­ti della Motor Valley emiliana e i quattro atenei della regione. La prima infornata di 150 aspiranti super tecnici dell’automotive, tuttavia, si è appena seduta sui banchi di scuola e non ne uscirà prima di due anni. Intanto, però, anche il mondo dei motori è alle prese con l’endemica difficoltà a reperire personale specializz­ato. L’ultimo caso, recentissi­mo, riguarda una new entry del settore, Energica Motors, anche se qui si parla di motori che non fanno rumore e non puzzano di benzina, perché sono elettrici. L’azienda è nata a Modena meno di un lustro fa, si è quotata in Borsa nel 2016 e ha già in listino tre modelli di super moto da oltre 100 cavalli che le valgono il soprannome di «Tesla a due ruote». Energica deve ora affrontare la sfida della vita. È stata scelta da Dorna, la società spagnola organizzat­rice del MotoGp mondiale, per realizzare il bolide elettrico che dall’anno prossimo gareggerà in un campionato monomarca, il Fim Moto-e World Cup, parallelo a quello dei vari Rossi, Marquez e Lorenzo. Un evento di risonanza mondiale. Oggi, a Roma, sarà sotto i riflettori del grande pubblico alla presentazi­one ufficiale del nuovo campionato che avrà Enel come primo sponsor. E in primavera dovrà mettere in pista i primi prototipi per i test dei venti team che si sfideranno in pista dal 2019. Quando si è rivolta al mercato del lavoro per potenziare la squadra che dovrà progettare e realizzare i nuovi bolidi, però, si è subito accorta che quanto cercava, una decina di giovani talenti in tutto, è praticamen­te introvabil­e. Mancano ingegneri, tecnici qualificat­i, meccanici ha detto la fondatrice Livia Cevolini lanciando un appello al Tg3. Le grandi aziende della packaging valley bolognese suonano l’allarme da tempo. Più recentemen­te l’ha fatto Eugenio Sidoli, numero uno italiano di Philip Morris, parlando di «struttural­e difetto di offerta» in relazione alla difficoltà incontrate nel reclutare gli addetti per la nuova megafabbri­ca di Crespellan­o. Il neopreside­nte di Confindust­ria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari, ne ha fatto la priorità del suo programma di mandato. Il caso Energica dimostra che, con l’attenuarsi della crisi e la diffusione di nuove tecnologie «ibride», il problema non è più solo dei big, ma si diffonde tra le piccole e medie imprese. Rischiando di diventare il principale vincolo alla loro sopravvive­nza.

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