Corriere di Bologna

Galleristi delusi e collezioni­sti pessimisti Salone bocciato

- Fernando Pellerano

Arte Fiera in chiaroscur­o, fra numeri e sensazioni degli addetti ai lavori: per l’Ente Fiere è stato un successo, ma galleristi e collezioni­sti bocciano l’edizione 2018. «Assenti gallerie di qualità» dicono.

Arte Fiera in chiaroscur­o, fra numeri, parole e sensazioni degli addetti ai lavori: è stato un successo o una delusione? La Fiere nel comunicato di fine manifestaz­ione parla di «bilancio in crescita con 48.000 visitatori», ottima copertura mediatica, un rinnovamen­to curatorial­e «premiato in termini di vendite». Un successo. Il che stride con l’allarme lanciato proprio dalla direttrice Angela Vettese che dopo raccontava di una Bologna «a cui serve una scossa, un colpo di reni e di un’Arte Fiera in pericolo, la cui sopravvive­nza non è scontata».

Nel weekend deve essere successo qualcosa. Va tutto bene o bisogna preoccupar­si? A sentire gli operatori del settore, delusi, «va bene il pubblico, ma si fanno le fiere per vendere». I toni ricordano quelli del Motor Show, prima del crollo. Anche Art City è stato un successo, con «100.000 presenze in città e 15 mila nelle sedi degli 11 progetti» curati da Lorenzo Balbi del Mambo, come recita la nota di Palazzo d’Accursio. Ma non deve vendere.

«Dopo 40 e passa edizioni, non vengo più da alcuni anni perché non c’è più selezione. Sono sceso per salutare alcuni amici galleristi tutti scontenti. Io amo Bologna, ma la Fiera mi pare che pensi solo a vendere spazi, l’arte non funziona così», dice Renato Cardi gallerista milanese. «La Vettese è una teorica, una studiosa e investe su un convegno universita­rio, invece dovrebbe trovare gallerie di qualità che non ci sono. E le straniere assenti», aggiunge Beppe Lufrano della Otto Gallery di Bologna, «serve un manager che col suo team di esperti lavori tutti i giorni, tutto l’anno». «Apprezzo Angela, è una studiosa di qualità, ma forse caratteria­lmente non adatta a fare una fiera che prevede rapporti costanti coi galleristi: in città nessuno l’ha vista», dice la critica ed ex direttrice Silvia Evangelist­i. «Domenica Arte Fiera era semidesert­a, le grandi gallerie non vengono, i collezioni­sti nemmeno: tutti lo sanno, come si fa a dire che va tutto bene?», dice Marco Ghigi collezioni­sta bolognese, «servono direttori giovani come è successo a Mi Art o Artissima, energie nuove come Balbi al Mambo». «Il baratro è iniziato passando da Montezemol­o, che conosceva il sistema, a Campagnoli. La Vettese paga anche un disastro iniziato prima. È triste, ma Arte Fiera si sta spegnendo anno dopo anno», racconta Alfonso Artiaco gallerista napoletano. «Sono venuto sì, e meno di così… anche alla cena dell’amico Gaetano Maccaferri c’erano molti meno collezioni­sti che in passato».

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