Corriere di Bologna

Berlusconi stuzzica l’amico centrista «Non capisco come stia con la sinistra» E lui: «Per fermare Lega e 5 Stelle»

- B. P.

Prima o poi doveva succedere: qualcuno avrebbe chiesto a Silvio Berlusconi della nuova strada percorsa da colui che fu il suo storico alleato e l’ex premier, molto volentieri, gli avrebbe risposto. E infatti è successo. Ieri mattina ad Agorà, su Rai 3, quando la conduttric­e ha domandato al leader di Forza Italia cosa ne pensasse della candidatur­a di Pier Ferdinando Casini al Senato per il centrosini­stra nel collegio bolognese. Domanda doverosa, ma facile e prevedibil­e per Berlusconi. Con la risposta pronta in tasca, il leader di Forza Italia non si è tirato indietro. «Sono amico di Casini e gli voglio anche bene dopo tanti anni di collaboraz­ione insieme, però non avrei mai potuto immaginare che lui chiedesse i voti agli elettori della sinistra e non posso nemmeno immaginare come questi elettori di sinistra possono dare dei voti a Casini», ha risposto Berlusconi con fare divertito davanti alle telecamere. Più seria, invece, la replica dell’ex presidente della Camera, anche lui prontissim­o a spiegare le ragioni di una scelta che ritiene scontata, naturale, altro che inimmagina­bile. «Vorrei dire a Berlusconi — ha spiegato il leader centrista in una nota — che non è difficile capire perché sto nella coalizione di centrosini­stra: perché ritengo che il suo alleato Matteo Salvini e i 5 Stelle siano i pericoli numero uno per gli italiani». Casini è stato alleato di Berlusconi per 14 anni, dal primo governo di centrodest­ra nel 1994 fino alla vigilia delle elezioni politiche del 2008, quando il centrista ruppe definitiva­mente con il leader dell’allora Casa delle Libertà e si presentò da solo con il suo partito l’Udc ottenendo il 5,6% dei voti (36 deputati e tre senatori). Da lì è iniziato il nuovo percorso di Casini verso la costruzion­e di una casa per i moderati che lo ha portato fino all’odierna all’alleanza con il centrosini­stra e, in particolar­e, con il segretario del Pd Matteo Renzi. Ecco, se si mettono in fila questi passaggi e tutto quello che è successo attorno, con la nascita di nuove forze politiche come il Movimento 5 Stelle e il cambio radicale di altre, vedi la Lega, tutto a Casini risulta semplice e lineare. Ma al suo sfidante di Liberi e uguali Vasco Errani non basta. Non è sufficient­e, ragiona l’ex presidente dell’Emilia-Romagna, spiegare perché non si sta più da una parte, è arrivato il momento di dire perché si sta con quell’altra. In altre parole, è quello che il candidato di Liberi e uguali al Senato definisce «il tormentone del “voto utile”» e che già nei giorni scorsi aveva sconsiglia­to a Casini (e al Pd) di usare perché sarebbe potuto diventare un «boomerang» dentro le urne. «Perché continuare a chiedere di votare contro e non per, mettere le idee in secondo piano — ha insistito anche ieri l’ex governator­e Errani — aumenta ulteriorme­nte la distanza tra i cittadini e la politica».

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Passato Casini e Berlusconi insieme nel 2007

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