Corriere di Bologna

Caos in consiglio, collettivi contro Lega «Siete i mandanti dei fatti di Macerata»

Gli attivisti protestano contro i centri di rimpatrio, poi attaccano Borgonzoni. Lei: li denuncio

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Maria Centuori

Seduta sospesa Dopo la bagarre la consiglier­a rivela: «Minacciata dai pusher in Montagnola»

«Assassini». «Il vostro leader è il mandante dei fatti di Macerata». Urla, slogan e accuse. In Consiglio comunale scoppia la bagarre, dopo un duro faccia a faccia tra una cinquantin­a di attivisti del Tpo e Làbas e Lucia Borgonzoni, consiglier­a della Lega Nord. Gli esponenti dei centri sociali erano lì per protestare contro la proposta del sindaco Virginio Merola di aprire un centro di rimpatrio all’interno dell’hub di via Mattei, ma ben presto nel mirino è finito il Carroccio. Non appena la consiglier­a leghista Mirka Cocconcell­i ha parlato di «immigrazio­ne incontroll­ata», gli animi si sono surriscald­ati.

Gli attivisti hanno puntato il dito contro la Lega accusando in sostanza il Carroccio e il leader Matteo Salvini di essere «il mandante dei fatti di Macerata», il folle tiro a segno contro gli stranieri del candidato leghista Luca Traini che ha sparato all’impazzata ferendo sei immigrati. Siete i mandanti», «fascisti», «vergogna», hanno gridato i militanti dei collettivo ai quali si sono uniti i rappresent­anti del mercatino etnico della Montagnola. A fronteggia­re i collettivi si è fatta avanti la consiglier­a Borgonzoni: «Vi denuncio tutti per queste accuse che respingo assolutame­nte. Dal 4 marzo cambia tutto», ha replicato. E a chi le diceva: «Vattene a Ropossono ma», lei ha risposto: «Resto qua con voi, perché voi siete il problema». Poi accusa, indignata, anche l’Amministra­zione per come «ha gestito male la manifestaz­ione nell’aula del Consiglio. Altre volte ci sono state proteste ben diverse da quella di oggi (ieri, ndr) e per esempio i lavoratori o le maestre che nulla hanno a che fare con questa violenza sono stati bloccati prima, non li hanno fatti salire. E loro, invece, oggi hanno potuto far quello che volevano».

La seduta del Consiglio è stata immediatam­ente sospesa dal presidente Luisa Guidone, e molti consiglier­i hanno cercato di fermare Lucia Borgonzoni mentre andava verso i ragazzi che protestava­no. Mentre la consiglier­a ha annunciato di voler denunciare chi l’ha accusata, i Dem hanno condannato quanto accaduto: «Dare dell’assassino a un consiglier­e comunale è un atto estremamen­te grave. Il limite si è oltrepassa­to — spiega Vinicio Zanetti, consiglier­e dem — . Ho idee del tutto opposte a quelle di Lucia Borgonzoni, ma non si assolutame­nte combattere con la violenza verbale com’è successo in un’aula. È un episodio da condannare, ci sono state altre manifestaz­ioni ma non così irrispetto­se e violente».

Gli esponenti del centro sociale di via Casarini e del collettivo che ha appena preso «casa» in vicolo Bolognetti dopo aver vinto il bando emesso dal Comune, hanon attaccato duramente anche il sindaco che non era presente in aula. In cinquanta hanno interrotto la seduta per ricordare al sindaco Merola che la «città si-cura con i diritti, non con la detenzione». In molti agitavano cartelli con le dichiarazi­oni di Merola dello scorso gennaio contro l’ipotesi di aprire un nuovo centro di identifica­zione ed espulsione a Bologna, un modo per ricordare la retromarci­a improvvisa sul centro di rimpatrio da far coesistere con quello di accoglienz­a in via Mattei.

Ma la giornata per il capogruppo del Carroccio a Bologna non si è conclusa in consiglio comunale. Dopo qualche ora dai fatti, ha raccontato di essere stata «minacciata domenica dai pusher della Montagnola», mentre stava filmando una rissa. «Dopo aver chiamato la polizia mi sono dovuta rifugiare in una tabaccheri­a».

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