ANDREA SEGRE L’ORDINE DELLE COSE
Doppio appuntamento con il regista: stasera al cinema Italia di Castenaso e domani al Tivoli. Presenta il suo ultimo film sulle migrazioni e incontra gli studenti: «Quando ho fatto questo film non sapevo che il piano di respingimenti con la Libia di cui r
Dopo essere stato presentato all’ultima Mostra di Venezia, il nuovo film di Andrea Segre, L’ordine delle cose, con Paolo Pierobon, Giuseppe Battiston e Valentina Carnelutti, verrà presentato dal quarantunenne regista veneto, a colloquio dopo la proiezione con Roberta Ronconi, questa sera alle 21,15 al Cinema Italia di Castenaso nel progetto «Sulla stessa barca: viaggio a tappe sul tema dei migranti».
Domani sera Segre sarà poi a Bologna, alle 20 al cinema Tivoli di via Massarenti 418, in una serata introdotta da Sandra Federici, direttrice della rivista Africa e Mediterraneo, e nata da un percorso portato avanti da un gruppo di studenti di terza superiore che in questi mesi hanno riflettuto sulla situazione dei migranti che passano per la Libia. I ragazzi hanno incontrato alcuni testimoni, tra cui una famiglia nigeriana che è stata in Libia per più di un anno prima di fare la traversata verso l’Italia e un avvocato che li ha aiutati ad approfondire aspetti giuridici come permessi di soggiorno e richieste d’asilo. In seguito hanno preparato un video che sarà proiettato domani sera e diverse domande per il regista.
Al termine dell’incontro sarà proiettato il film di Segre, che ha per protagonista Corrado, alto funzionario del ministero degli Interni specializzato in missioni contro l’immigrazione irregolare. Il governo lo sceglie per contrastare i viaggi illegali dalla Libia verso l’Italia, compito arduo perché mettere insieme la realtà libica con gli interessi italiani ed europei risulta decisamente molto complicato. Il groviglio diverrà ancor più ingarbugliato quando il funzionario infrangerà una delle principali regole di autodifesa di chi lavora nel contrasto dell’immigrazione, mai conoscere in modo approfondito un migrante. Corrado, invece, incontra Swada, una donna somala che sta cercando di raggiungere il marito in Europa.
«Quando tre anni fa ho iniziato a lavorare a questo film ha raccontato l’autore de I sogni del lago salato, che si è occupato di migrazione anche come ricercatore dell’Alma Mater — non sapevo che le vicende tra Italia e Libia sarebbero andate proprio come le abbiamo raccontate, ma purtroppo lo immaginavo. Per molti mesi ho incontrato alcuni “veri Corrado” e da loro ho intuito che l’Italia si apprestava ad avviare respingimenti di migranti nei centri libici. Nessuno lo diceva pubblicamente, ma ora è tutto alla luce del sole. Mi auguro che il film aiuti a riflettere su cosa stiamo vivendo e sulle lunghe conseguenze che vivremo ancora per anni».