Corriere di Bologna

Il teatro attorno a una pizza, i 20 anni delle Ariette

Inizia oggi alla Soffitta una personale sulla compagnia. Laboratori per un nuovo spettacolo

- Ma. Ma. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Una pizza. Nient’altro. Una pizza da preparare, da cuocere, da mangiare. Una pizza da ordinare al telefono, da comprare al supermerca­to. Una pizza da raccontare». La pizza diventa spettacolo e incontro se gli attori sono il Teatro delle Ariette. Da una pizza inizia la personale che la Soffitta, il teatro dell’Università, dedica alla compagnia di Castello di Serravalle, in un progetto curato da Silvia Mei, «Terreni comuni – Natura del teatro».

Da domani al 21 febbraio le Ariette, che hanno fatto dell’autobiogra­fia, del cibo e del convivio la materia di lavori che vanno al di là di semplici spettacoli, celebreran­no i propri 20 anni di attività con laboratori, film e spettacoli, tra i Laboratori delle arti e l’Alliance Française. «A teatro il cibo ci interessa, perché è materia, gesto. Ci interessa perché stimola storie e attiva la memoria, una memoria sensoriale ed emotiva», scrive la compagnia.

Si inizia da domani a giovedì con un workshop dedicato agli studenti, che mostrerà l’esito del percorso svolto al pubblico giovedì 15 alle 17. Il tema, sarà, appunto fare la pizza: gli atti, la ritualità, i pensieri, le azioni, le relazioni che questo semplice alimento ingenera. Mercoledì 14 all’Alliance Française di via de’ Marchi alle 17.30 potremo partecipar­e al viaggio surreale di due spaventapa­sseri, simili a un uomo e a una donna di altri tempi. Avverrà con la proiezione del film 2781, preceduto da un incontro con Serge Peyrat, cofondator­e del Théâtre de la Ville di Parigi. È la storia di una lunga tournée italo-francese tra il 2014 e il 2015, un modo per entrare nei «retropalch­i» della compagnia.

Il clou della rassegna sarà il nuovo spettacolo, Attorno a un tavolo. Anteprima di un racconto non autobiogra­fico, in scena ai Laboratori delle arti da sabato 17 a mercoledì 21 febbraio alle 21. Si legge nelle note di sala: «Per vent’anni abbiamo cercato un dialogo serrato con il teatro, tenendoci ai margini. (…) Poi è suc- cesso che attorno a un tavolo, senza volere, si è aperto il mondo ed è precipitat­o tra le nostre mani». Un mondo che cerca ascolto. Che non si può possedere, pena sterilizza­rlo. Continuano: «Adesso dobbiamo ricomincia­re da zero. Attorno a un tavolo, con la promessa di non celebrare, di non mentire. Con la voglia di dire e di ascoltare». Con il bisogno di incontrare, di scoprire, come i bambini. Il ciclo sarà chiuso da un incontro di studi sul Teatro delle Ariette «Per un teatro irregolare», il 21 dalle ore 10.30.

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