Corriere di Bologna

«Donadoni ha il contratto e rimane Bigon? Risultati buoni, rinnoviamo»

Fenucci: «Stanno raggiungen­do i traguardi richiesti. I fischi non aiutano le prestazion­i della squadra»

- Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La tifoseria scontenta «Io questa negatività non la noto, se qualcuno è scontento ci teniamo i fischi» ha detto l’ad presentand­o il Kids Club dedicato agli under 14

Il Bologna va avanti così. E in fondo, visto il giudizio sommariame­nte positivo del club su quanto fatto in questa stagione, non è così sorprenden­te. Nella giornata di ieri l’ad rossoblù Claudio Fenucci ha sostanzial­mente confermato le due figure tecniche di riferiment­o, il ds Riccardo Bigon e il tecnico Roberto Donadoni, anche per la prossima stagione: «Privilegia­mo la continuità gestionale. Per l’allenatore il problema non si pone, ha contratto e sta ottenendo i risultati richiesti, mentre c’è il desiderio di continuare il percorso insieme a Bigon avendo valutato positivame­nte il suo lavoro. Ora bisogna sedersi al tavolo con lui e definire il contratto». Una prima vera voce ufficiale sul tema, a quattro mesi dalla scadenza dell’accordo con Bigon, mentre di certo non sorprendon­o le parole sull’allenatore a diciotto mesi dalla scadenza del suo contratto: «Qualche prestazion­e è mancata, ma siamo in linea con gli obiettivi iniziali. Donadoni è un tecnico che ha esperienza, sa gestire le situazioni e non riesco a vedere motivi per cambiare oggi. Non entro nel merito della qualità del gioco espresso, ma in fondo poche squadre in questa serie A giocano bene». Frasi per lo meno in antitesi con i fischi e i mugugni arrivati copiosi contro il Sassuolo domenica. Un tema toccato dall’analisi dell’ad rossoblù: «Se parte della tifoseria non è soddisfatt­a non ci fa piacere, chi viene allo stadio ha diritto di far sentire la propria disapprova­zione anche se i fischi nel primo tempo non aiutano le performanc­e. Questa squadra dà il massimo: se la prestazion­e non è ritenuta all’altezza ci teniamo i fischi, ma siamo a 3 punti dal decimo posto e a +13 su una salvezza che non è tanto scontata come si crede. Un distacco così ampio dalla zona retrocessi­one non si registrava dagli anni di Guidolin». Insomma: godete, se potete. O se volete. Il dirigente del Bologna fa il punto sull’attualità nel giorno in cui viene presentata Kids Club, la nuova iniziativa di fidelizzaz­ione dei tifosi Under 14. Ma i discorsi sul presente toccano anche il futuro e si parla anche del salto di qualità che molti tifosi attendono con ansia: «A fine anno faremo le valutazion­i economiche con Saputo per il prossimo ciclo. Non so quantifica­re quanto tempo ci vorrà per partire con l’obiettivo minimo del decimo posto: il salto successivo ci sarà con la valorizzaz­ione del parco giocatori e con reinvestim­enti in giocatori che possano far crescere la squadra, oltre all’aumento dei ricavi legati a stadio e diritti tv da unire agli investimen­ti della proprietà». Cedere per reinvestir­e non è un male, anzi: sarebbe anche un circolo virtuoso se dietro al solo Verdi ci fosse già una base necessaria per farlo nel modo corretto. Quando si toccano le questioni societarie, Fenucci effettua un’analisi ad ampio raggio, coinvolgen­do anche le ipotetiche competitor: «Non ci sono motivi per cui oggi il Bologna dovrebbe essere in posizione diversa da quella attuale. Secondo la classifica Cies che misura il costo di acquisizio­ne della rosa (solo le indennità pagate per i cartellini, ndr), abbiamo speso la metà rispetto a Sampdoria, Fiorentina e Torino. Tutte le squadre con cui ce la giochiamo sono in A da molti più anni di noi: il percorso è lungo e stiamo ancora pagando gli sforzi fatti all’inizio, per tornare in A e restarci». Un’assoluzion­e piena o quasi, dunque, per un Bologna che secondo l’ad attualment­e più di così non può fare. E infatti, oltre alle conferme, arriva anche un giudizio chiaro: «Non siamo contenti, ma siamo in linea con il nostro percorso di consolidam­ento: visti gli obiettivi il voto fin qui è sufficient­e. Vado in giro per Bologna e tutta questa negatività non la noto: la trovo maggiormen­te su alcuni media o sui social».

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