Corriere di Bologna

«Cibo, ossessione condivisa»

Arianna Porcelli Safonov stasera in scena al Teatro degli Angeli con Giorgio Comaschi

- di Helmut Failoni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il suo pensiero (in questa occasione parliamo soprattutt­o di quello che ruota attorno al mondo fatuo e finto del cibo) è folgorante. Acido. Corrosivo. Perché Arianna Porcelli Safonov dice la verità. E la dice attraverso una comicità affilata. Una banalità forse dire che ridendo e scherzando si possono dire le cose più terribili, facendole passare per satira. Ma tant’è. Prendete, ad esempio, uno dei suoi monologhi più cliccati in rete «Ti lascio bio». Dove il bio è il mondo del biologico, al quale lei si rivolge come se fosse l’amante che l’ha tradita. Le verità della Saffron si accatastan­o una sull’altra fino a smontare un mondo friabile come un biscotto cotto male che si sfalda in men che non si dica nel latte caldo. Quando punta il dito sul bio nel suo monologo, dice: «Che fine hai fatto? Eri il mercato del giovedì, il vecchio al bar. Ti ricordi? La zappa che ti faceva venire la bolla d’acqua sulla mano che sembravi un paziente di Maria Teresa di Calcutta. E ora? Guardati. Che ci fai nelle boutique a Parigi con le tue foglioline verdi lucidate una a una, eh? Lo so io che ci fai nelle boutique. Hai fatti li soldi...».

Girerà intorno a queste tematiche lo spettacolo che l’autrice — con un passato nell’organizzaz­ione di eventi nel mondo della moda (ha all’attivo anche due libri per Fazi editore, Fottuta campagna

Storie di matti, oltre al blog Madame Pipì) — porterà insieme a Giorgio Comaschi questa sera alle 21 al Teatro degli Angeli di Bologna (via Massa Carrara 3, sold out, info 3930518084) dal titolo Cibo, vino e altri castighi.

Lei studia, come scrive nel suo sito, le «piaghe contempora­nee». In questo caso si occupa del mondo del cibo e del vino.

«I miei pezzi criticano il contesto enogastron­omico e certi stili di vita attraverso la mia proposta non comoda, che è quella della satira».

A proposito, lei ha scelto di vivere lontano (non troppo) dalla città. In una campagna alla quale ha poi dedicato un libro, «Fottuta campagna».

«Una scelta di vita sì. Dopo tante città, e l’ultima è stata Madrid, ho voluto misurarmi con un contesto rurale».

La campagna non è come ce lo vogliono fare apparire?

«Parlando dell’immagine che i media ci offrono del contesto naturale, posso dire che è edulcorata da cose che spesso non c’entrano nulla. Ciò che manca è la trasparenz­a. Si approfitta della volontà e della buona fede del consumator­e».

Cos’è il biologico nella grande distribuzi­one?

«A volte una presa per i fondelli».

E il chilometro zero cosa rappresent­a?

«Un’ossessione condivisa. Non se ne può più di questa gara a chi è più ecososteni­bile. Ma non se ne può più nemmeno di quelli che affittano l’orto da curare la domenica».

Parlerà anche di vini naturali. Che è un argomento sul quale oramai tutti pontifican­o. Ma a lei, a prescinder­e dai suoi pezzi, piacciono?

«Sì, i vini naturali sono una delle mie due passioni». E l’altra, qual è? «La musica». Che lei cura con garbo nei suoi spettacoli. Le chiedo al volo l’ultimo concerto che ha visto e che le è piaciuto.

«Quello di Andrew Bird. Mi fa piangere come un’anziana». Torniamo ai vini naturali. «La produzione naturale sta scivolando nella malvagità che ha coinvolto il bio. Dove spesso di bio c’è solo l’etichetta disegnata con le matitine colorate».

Domanda d’obbligo. Cosa pensa dell’operazione di Farinetti e di Fico?

«Non mi pronuncio. Non frequento». Una cosa ce la dica. «Dico che nel nome del made in Italy si propone di tutto. Non solo le eccellenze».

Volgarità e parolacce sono necessarie nella satira?

«In certi momenti la ritengo imprescind­ibile. Le parolacce fanno parte del nostro lessico italiano. E poi la mia è una comicità arrabbiata...».

Però si tiene bene a distanza e con eleganza da certa comicità italiana che continua a battere su tematiche a sfondo sessuale. «Certo. La trovo inutile». Il suo ultimo libro è dedicato ai matti.

«Parlo di persone normali nel loro giorno di sbrocco. È la mia indagine sociale».

Ci definisca aforistica­mente questo libro.

«È un libro con le nuove cartelle cliniche, a quarant’anni di distanza dalla legge Basaglia».

Il biologico in certa grande distribuzi­one è una presa per i fondelli

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Protagonis­ta Arianna Porcelli Safonov stasera sarà a Bologna con Giorgio Comaschi
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«Fottuta campagna» (Fazi)
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«Storie di matti» (Fazi)

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