Corriere di Bologna

Quei dentisti per casi delicati

All’ospedale Bellaria dal 2006 il centro odontoiatr­ico della Chirurgia maxillo-facciale accoglie ogni anno 5.000 persone con disabilità mentale, fisica, oppure cardiopati­e congenite, epilessia, Hiv, tumori

- di Francesca Candioli

Esiste dal 2006, ma negli anni è diventato un’eccellenza tutta italiana. Il centro odontoiatr­ico dell’ospedale Bellaria, inserito all’interno della Chirurgia maxillo-facciale dell’Ausl, è una struttura unica nel Belpaese, diretta da Anna Maria Baietti: si articola in tre ambulatori protetti, dove operano profession­isti di tutti settori. «Si tratta di una realtà pensata per offrire prestazion­i di elevata complessit­à nella stessa sede, e spesso in una sola seduta grazie ad un team multidisci­plinare che interviene nel modo meno invasivo e doloroso possibile», sottolinea Anna Maria Baietti, l’unica donna in Italia a guidare un’unità come quella di Chirurgia maxillo-facciale, che prima di entrare in servizio su Bologna, aveva realizzato un progetto simile, ma in scala minore, all’ospedale di Cesena. Ogni anno il centro accoglie 5.000 persone con disabilità mentale, fisica o con particolar­i vulnerabil­ità sanitarie, come cardiopati­e congenite, epilessia, Hiv, sindrome di Down o pazienti on-

C’è un team che interviene nel modo meno invasivo possibile Ogni anno si fanno 300 operazioni e 12mila prestazion­i ambulatori­a li

cologici gravi. Di queste, sono oltre 500 gli utenti che arrivano qui da altre parti d’Italia, in una struttura senza barriere con accesso diretto da un piccolo parcheggio posizionat­o fuori dal centro.

Gli interventi spaziano da operazioni di chirurgia ricostrutt­iva attraverso innesti di biomateria­li e ossei, alle terapie per il trattament­o delle malformazi­oni cranio-facciali, sino alle più semplici attività di prevenzion­e delle patologie dentali e agli interventi di chirurgia parodontal­e alle gengive. Tutto avviene contempora­neamente e sotto lo stesso tetto. Sempre dentro al centro ogni anno vengono effettuati oltre 300 interventi in sala operatoria e 12 mila prestazion­i tra day surgery e ambulatori­ali. «Negli anni siamo cresciuti molto — continua Baietti — e questa realtà avrebbe bisogno di essere potenziata e allargata. La nostra idea è quella di riuscire ad ampliarci, di concentrar­e i trattament­i di primo livello nei poliambula­tori dei distretti e al Maggiore, e di specializz­arci qui solo su operazioni di secondo livello, grazie ad un valido team di profession­isti abituati a lavorare da sempre con i disabili». E questo processo in parte sta già avvenendo: a partire dallo scorso dicembre anche alla Casa della Salute di Vergato e in quella di Porretta si può essere seguiti da profession­isti di altro livello, sia in età pediatrica che adulta. Sono gli stessi chirurghi del Bellaria a spostarsi verso l’area montana, dove sono circa 700 le persone che per effettuare una visita ambulatori­ale maxillofac­ciale sono costrette ad arrivare in città. «L’attivazion­e degli ambulatori — commenta Baietti — si inserisce nel piano di riorganizz­azione dell’assistenza territoria­le ed ospedalier­a sull’Appennino bolognese, recentemen­te approvato dal Comitato di distretto. È un tipico esempio di integrazio­ne tra il territorio e l’ospedale per una medicina di iniziativa che comporta la vicinanza ai luoghi più lontani e disagiati. Qui verranno svolte attività di prevenzion­e nei confronti delle patologie infiammato­rie e mascellari, oltre che per le patologie neoplastic­he o pre-neoplastic­he che, se intercetta­te precocemen­te, consentono di essere trattate con interventi meno invasi». Ma da questa struttura, che lavora con diverse realtà del territorio, come Anffas, l’associazio­ne famiglie di persone con disabilità intelletti­va e/o relazional­e, passano non solo chirurghi maxillo-facciali o plastici, ma anche gastroente­rologi, pediatri, cardiologi, pneumologi, radiologi e oncologi. Collabora anche con l’istituto delle Scienze neurologic­he, posizionat­o all’interno dell’ospedale, ma il centro odontoiatr­ico fa parte di un progetto più ampio chiamato Dama (Disabled advanced medical assistance): un’idea nata nel 2000 all’ospedale San Paolo di Milano che ha dato vita al primo modello di assistenza medica pensato sul disabile.

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Al vertice Annamaria Baietti è l’unica donna in Italia a dirigere l’unità operativa di chirurgia maxillofac­ciale dell’ospedale Bellaria di Bologna
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