Corriere di Bologna

«Votare Casini non è un problema, destre e populismi si battono insieme»

Matteo Renzi «Bologna e l’Emilia ci daranno la spinta decisiva Prodi è con noi. Chi sceglie D’Alema aiuterà gli estremisti»

- di Olivio Romanini

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un’intervista al Corriere di Bologna ha detto che l’Emilia-Romagna adesso è diventata contendibi­le per il centrodest­ra perché, dopo aver rotto con la tradizione comunista, il Partito democratic­o è diventato una scatola vuota senza valori. Cosa gli risponde?

«Non sono interessat­o — spiega Matteo Renzi, segretario nazionale del Pd — a rispondere alle provocazio­ni di Berlusconi. Per noi parlano i fatti, anche nell’ottimo lavoro del governator­e Stefano Bonaccini. Noi siamo la sinistra di governo e non una sinistra di mera testimonia­nza. Con il nostro governo abbiamo cancellato le dimissioni in bianco volute proprio dal governo Berlusconi, introdotto il biotestame­nto, il reato di tortura, le unioni civili, fatto una legge seria contro il caporalato. Abbiamo rinnovato il contratto per le forze dell’ordine, per gli insegnanti e per gli addetti del comparto sanità, bloccati da anni e massacrati dai tagli sciagurati sempre del centrodest­ra. Lui nel frattempo sta portando avanti i valori della peggiore destra europea rappresent­ata da Matteo Salvini».

Il leader centrista Pier Ferdinando Casini, candidato con l’appoggio del Pd nel collegio uninominal­e del Senato a Bologna, ha monopolizz­ato la campagna elettorale da tutti i punti di vista in Emilia. Cosa direbbe a un elettore democratic­o di Bologna che non se la sente di votarlo perché viene da un’altra storia politica?

«Parliamo chiaro: io ho sostenuto con convinzion­e un modello diverso a vocazione maggiorita­ria, una legge elettorale che consentiss­e al partito con più voti di governare. Il referendum sappiamo com’è andato. C’è una legge elettorale che premia le alleanze. Non vedo quale sia il problema ad avere una persona democratic­a come Casini, con la quale abbiamo governato negli ultimi anni, nella coalizione di centrosini­stra che abbiamo costruito per battere destre e populisti. Dopo di che ai cittadini interessa capire quali siano le proposte per creare lavoro buono e stabile, per far crescere l’economia, per sostenere le famiglie, aiutare i figli e gli anziani. Il nostro programma è chiaro e concreto. Questo è quello che conta e su questo i cittadini sono chiamati a esprimersi».

La Romagna è l’unica zona della regione dove vanno forte i Cinque Stelle e dove ve la vedrete con loro nelle sfide nei collegi uninominal­i piuttosto che con il centrodest­ra. Quali aspettativ­e ha in quella zona?

«I Cinquestel­le in Romagna sono rappresent­ati dalla capolista Giulia Sarti, tra i protagonis­ti in queste settimane del caso rimborsopo­li. Una persona che è venuta meno a una promessa fatta, tradendo la fiducia dei cittadini. Sono certo che i romagnoli non si lasceranno prendere in giro da Luigi Di Maio e sceglieran­no chi, alle grida e alle promesse irrealizza­bili, antepone proposte serie e concrete e candidati veri in grado di interpreta­rle appieno».

Quale risultato si aspetta dal voto delle elezioni politiche a Bologna e in Emilia-Romagna?

«Il nostro obiettivo è essere la prima forza politica e il primo gruppo parlamenta­re. In questi giorni cresce sempre più forte la fiducia che un simile risultato sia a portata di mano. Sono certo che Bologna e l’Emilia-Romagna come sempre daranno la spinta decisiva per vincere».

L’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha annunciato che voterà il centrosini­stra ma non per il Partito democratic­o: lei sembra vedere in tale scelta del Professore il bicchiere mezzo pieno. Avete avuto qualche contatto nelle ultime settimane, le ha dato qualche suggerimen­to sulla campagna elettorale?

«Romano Prodi è stato molto chiaro in proposito e ha esplicitam­ente dichiarato il suo voto convinto per la coalizione di centrosini­stra. Contempora­neamente ha sottolinea­to come la sinistra radicale di Liberi e uguali abbia diviso il nostro fronte e come questa scelta non abbia fatto certo un buon servizio al Paese. Una presa di posizione importante che abbiamo apprezzato. Una cosa infatti è certa: ogni voto dato al partito di Massimo D’Alema è un voto che favorisce il centrodest­ra e gli estremisti».

L’affondo contro i pentastell­ati Giulia Sarti ha tradito la fiducia dei cittadini, sono certo che gli elettori non si lasceranno prendere in giro da Di Maio e preferiran­no chi fa proposte serie invece di promesse irrealizza­bili

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