«Bene il turismo Ma cala la fiducia verso gli inquilini»
Non è solo il business a guidare le scelte dei bolognesi, alla base del fenomeno degli affitti brevi c’è anche una più diffusa mancanza di fiducia. «L’offerta si sta orientando sempre più verso questo tipo di locazioni più limitate nel tempo — spiega Luca Dondi, economista e ad di Nomisma — ma ci sono diverse ragioni. Da una parte c’entra il turismo, che ha portato in città nuove presenze disposte a spendere di più per pernottare per pochi giorni, ma dall’altra c’è un problema di fiducia che sta cambiando il mercato immobiliare. Ci sono sempre più bolognesi che non vogliono rischiare: ci sono diversi proprietari che preferiscono lasciare gli appartamenti vuoti piuttosto che legarsi ad inquilini potenzialmente morosi o che possono danneggiarli». Di fatto, affittare una stanza o un’intera casa per poco tempo trasmette più sicurezza, anche se non bisogna trascurare i costi di gestione. Una volta decisa questa strada ci sono delle spese da tenere in considerazione, a cominciare dal tempo: secondo Locale Pal, un’associazione di host con 450 iscritti attiva in città, per gestire ogni ospite se ne va circa un’ora al giorno. «Ma per ora la locazione a breve termine sembra essere una formula redditizia originale, anche se le sue conseguenze potremmo vederle solo nel lungo periodo. Di certo un eccesso di locazioni di questo tipo potrebbe determinare non solo un aumento dei canoni degli affitti, ma anche delle ricadute soprattutto in termini sociali su quelle fasce, come le famiglie a basso reddito e gli studenti, già in difficoltà nella ricerca di una casa». Il fenomeno si sta già riscontrando nei numeri di Airbnb che proprio a Bologna ha firmato lo scorso ottobre un accordo apripista per quanto riguarda la tassa di soggiorno dovuta al Comune: chi ospita in città non versa più una tariffa fissa, ma bensì il 5% del valore della prenotazione. Sotto le Due Torri si contano oltre 3.600 annunci per stanze, case e appartamenti, il 27% rispetto a febbraio 2017. E solo ieri, sempre Airbnb, ha firmato un nuovo accordo a Reggio Emilia con Cna per promuovere il cosiddetto turismo esperienziale. Anche gli artigiani potranno approfittare del mercato degli affitti brevi, proponendo le proprie attività sullo stesso portale. «Parliamo di un’intesa che in regione può riguardare circa 10 mila aziende — spiegano da Cna —: in base alla città anche su Airbnb gli artigiani potranno trovare il modo di promuoversi, offrendo ai viaggiatori la possibilità di fare un’esperienza diversa».