SEQUENZE DI GOLA IL CIBO AL CINEMA
Al via oggi al cinema Odeon la rassegna (proiezione e aperitivo) curata da Cristina Bragaglia che presenta film a tema. Si inizia con «Cuoco contadino», la pellicola che racconta Paolo Masieri, prima stella Michelin a soli 24 anni
Uovo di gallina ruspante affogato ai ricci marini, tonno scottato su caponata di melanzane in agrodolce e il celebre cappon magro. Sono alcune chicche del menù di Paolo Masieri, prima stella Michelin a 24 anni. Iniziato alla cucina più per necessità che per vocazione, ha affinato l’amore per il cibo alle scuole di Gualtiero Marchesi, Georges Blanc e Bernard Loiseau. Sino a quando, nel 1989, ha rilevato il ristorante paterno e con la complicità della moglie pasticcera e sommelier, lo ha ribattezzato Paolo & Barbara. La cucina di Masieri è stata raccontata nel film “Cuoco contadino” da Luca Guadagnino, regista da Oscar del nostro Paese che domenica notte si giocherà l’ambita statuetta con il suo ultimo film
Chiamami col tuo nome. Il documentario del 2004 segue invece lo schivo cuoco tra la cucina, il bosco e la casa di campagna, mentre compone piatti sulle note di Schonberg e Arto Lindsay. Poco visto nelle sale, il film del regista palermitano inaugura all’Odeon di via Mascarella, oggi alle 18,30, la nuova edizione della rassegna Sequenze di gola, organizzata dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Alma Mater e da Circuito Cinema. «Il cinema — secondo Guadagnino — può essere una macchina violenta, sporca e volgare. La cucina è invece un luogo di disciplina assoluta. La ricerca di Paolo è fatta di essenzialità radicale, purezza cercata con ostinazione. Mi ricorda l’esperienza sensibile dell’Oriente, il cinema giapponese di Oshima e Imamura. La sua straordinaria concentrazione mi è stata d’insegnamento per il mio lavoro». Innamorato della gastronomia, il regista palermitano era stato più volte nel locale di Masieri tanto da diventarne amico. «Il film — per il cuoco ligure — è un viaggio dentro me stesso, la sequenza finale condensa i miei vent’anni di lavoro. Nel titolo c’è una verità perché lavoro duramente cinque giorni a settimana e sono legato in modo totale al territorio. All’inizio usavo i prodotti acquistati al mercato, quando ho cominciato a coltivarli ho capito che la differenza è enorme». Il ciclo continuerà l’8 marzo, Festa della donna, con la regista francese Vérane Frédiani in sala per presentare in anteprima nazionale il suo film Alla ricerca
delle donne chef, dove le stesse chef mettono in evidenza il maschilismo del mondo della ristorazione. Gli altri due titoli saranno il danese Le mele di
Adamo e il documentario Barolo Boys. Storia di una rivoluzione.
Il prezzo di biglietto e aperitivo è di 6 euro e alla fine di ogni proiezione ci saranno commenti e degustazione di vini e di amuse-bouche.