Aumentano i matrimoni nulli e spuntano casi di genere
Le questioni di genere fanno capolino anche nelle sentenze di annullamento dei matrimoni religiosi. E a confermarlo, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico Flaminio di Bologna, è stato il vicario giudiziale, monsignor Massimo Mingardi. «Per ora si tratta di un fenomeno residuale», ha però precisato Mingardi, citando un caso di annullamento, risalente a due anni fa, che ha per protagonista una donna diventata uomo e arrivata al fatidico sì senza che, ha sostenuto, la moglie sapesse nulla dell’intervento chirurgico. Quanto ai numeri, nel 2017 sono state 101 le cause arrivate a sentenza (95 nel 2016) e 92 le quelle nuove prese in carico, contro le 62 dell’anno precedente, mentre si è registrata una riduzione di circa quattro mesi e mezzo nella durata dei processi e l’aumento delle sentenze di annullamento per incapacità. In altre parole, di matrimoni finiti per via di partner non ancora pronti ad assumersi gli obblighi matrimoniali o con vere e proprie patologie mentali. Sette, infine, le cause trattate col cosiddetto processo «più breve», introdotto con una riforma voluta tre anni fa da Papa Francesco. «Mi auguro che in futuro le cause di annullamento possano crescere ulteriormente — ha dichiarato l’arcivescovo Matteo Zuppi — anche nell’accezione della via breve, che è gratuita e che facilita i tempi per chi vive situazioni di sofferenza».