Corriere di Bologna

Ultimo duello Pd-Leu La campagna è finita, le polemiche ancora no

La chiusura della campagna del Pd all’Arci Benassi, Critelli attacca Leu. I 26.000 sms di Calvano

- Persichell­a, Romanini

Il Pd all’Arci Benassi con Veltroni, Liberi e uguali alla Casa del Popolo di Corticella. Ma anche a distanza Dem e «fuoriuscit­i» duellano nell’ul- timo giorno prima del silenzio elettorale. «Chi vota Leu all’uninominal­e vota Lega», attacca Critelli. «Con il centro vince la destra», dice Errani.

Molta gente, pochi giovani, tutti i dirigenti del Pd in prima fila, i candidati alle Politiche, il primo segretario del partito Walter Veltroni e lo scenario rassicuran­te dell’Arci Benassi, uno dei circoli più grandi della città, 2.500 iscritti. Così il Partito democratic­o in Emilia-Romagna ha scelto di chiudere ieri la sua campagna elettorale. Le facce nelle prime file non hanno il sorriso dei giorni migliori, ma per dirla con il sindaco Virginio Merola «la gente deve ancora votare e va rispettata, i giochi non sono ancora fatti».

Il clima è disteso, ma i toni degli interventi no. Merola ad esempio alza il tiro: «Qualcuno eleggerà Matteo Salvini come qualcuno ha eletto Mussolini». E quando interviene l’ex segretario della Spi-Cgil Carla Cantone, candidata alla Camera con il Pd, prima denuncia le pressioni ricevute dalla Cgil perché non si candidasse: «Ho ricevuto telefonate, poche ma di peso — racconta Cantone — dove mi si diceva che la mia candidatur­a era inopportun­a. Ma io con chi mi dovevo candidare se non con il mio partito?». Poi, proseguend­o sull’affondo di Merola, parla del pericolo «di un nuovo fascismo» riferendos­i esplicitam­ente alla Lega e a Matteo Salvini. C’è anche il segretario bolognese del Pd, Francesco Critelli, candidato per il partito a San Giovanni in Persiceto, che se la prende con «i sofisti del 5 marzo» e invita a cercare voti fino alle 23 di domenica prima di picchiare duro contro Liberi e uguali: «Nei collegi uninominal­i chi vota per loro vota per la Lega di Matteo Salvini».

Ma il più atteso è Walter Veltroni, che si è ritagliato il ruolo di padre nobile e che per qualcuno potrebbe anche essere richiamato in servizio in caso di default elettorale. Prima ricorda il suo vecchio amico Lucio Dalla e la canzone 4 marzo 1943 con il verso «e benché non sapesse il nome e neppure il paese m’aspettò come un dono d’amore fino dal primo mese», un riferiment­o al dibattito sullo ius soli. Vola alto Veltroni, sembra una lezione di politica che i pochi giovani seguono con interesse, società aperte, muri, rischi dei social network, parla della grandezza della posta in gioco. «Non ho più responsabi­lità e non ne avrò, ma sono qui perché la politica non la fanno solo i candidati o i leader. La politica è meraviglio­sa, illumina la vita. Insieme si vince, insieme si combatte, insieme si perde. Quanto più forte è l’attacco della destra, tanto più la sinistra trova il modo di dividersi. Votate con la testa, per quanto disagio e malessere ci sia votate con la ragione e con il cuore».

In platea in prima fila c’è anche il leader centrista Pier Ferdinando Casini, alleato del Pd e candidato al Senato, ma questo ormai non fa più notizia. Riceve gli onori di Veltroni: «Saluto un mio vecchio amico, una persona che stimo e che ha dato molto a questo Paese». L’ultimo tratto della campagna elettorale è il più importante. Per questo ieri pomeriggio il segretario regionale Pd, Paolo Calvano, ha mandato un sms ai 26.000 iscritti al Pd: «Andate casa per casa a convincere gli indecisi».

Il segretario bolognese Nei collegi uninominal­i chi vota per Liberi e uguali vota per la Lega di Matteo Salvini La platea All’Arci Benassi molta gente, i dirigenti del Pd in prima fila e anche Pier Ferdinando Casini

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Affollata Il Pd ha chiuso la sua campagna elettorale ieri sera all’arci Benassi, uno dei più grandi della città con 2.500 iscritti, con il discorso del primo segretario del partito Walter Veltroni e gli interventi dei vertici dem

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