L’ultimo affondo di Errani «Votate per le vostre idee Con il centro vince la destra»
Bersani Questa non è una chiusura, ma l’apertura di un soggetto politico di sinistra che vuole essere radicato sul territorio
La campagna elettorale di Liberi e uguali si chiude in una Casa del Popolo a Corticella, perché per Pier Luigi Bersani e Vasco Errani anche i luoghi parlano. «Questa non è una chiusura — corregge il messaggio l’ex segretario del Pd — ma l’apertura». Il primo passo di un «soggetto politico di sinistra che vuole essere radicato sul territorio». Sullo sfondo la musica dei Falce e vinello a consegnare un po’ di ritmo e calore all’ennesima serata di campagna elettorale sottozero.
A ventiquattr’ore dal voto, lo slogan di Errani non cambia. Solo una piccola aggiunta, ispirato dal clima rigido di questi giorni. «Uscite dalla nebbia — il suo ultimo messaggio agli elettori — e votate per le vostre idee». Poco prima l’incontro con la stampa, dove inevitabilmente i ragionamenti finiscono sull’avversario Pier Ferdinando Casini. Ma quello di Errani vuole essere più politico e meno legato al nome dell’ex presidente della Camera. «Bologna ha di fronte una proposta centrista, ma si tratta di una scelta astratta, fatta di nomi e sigle, che non c’è nella società». Un posizionamento, quello voluto da Matteo Renzi, che «non dà futuro a questa città». Perché alla fine, prevede l’ex governatore, «non vincerà il centro, ma la destra». Errani non cita neppure il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti e la sua possibile candidatura a sindaco nel 2021, ma è chiaro che il riferimento è a quel progetto politico.
Scuotono la testa entrambi quando ripensano alle critiche arrivate dall’ex compagno di partito Piero Fassino. La sinistra riformista emiliana, ricordava l’ex segretario dei Ds, sin dall’Ulivo si è sempre allargata al centro. «Ma un conto è allargare, un altro è rompere i ponti», replica Bersani. E se proprio si deve parlare di riformismo emiliano, interviene Errani, allora «si dica che con le alleanze ha fatto il fondo per la non autosufficienza, non i bonus». Per non parlare del Jobs act: «Visto che sia per i lavoratori che per le imprese la precarietà è un problema». A Bersani, invece, non deve proprio essere andata proprio giù la foto di Casini al circolo dem davanti ai ritratti di Giacomo Matteotti, Giuseppe Di Vittorio, Palmiro Togliatti e Antonio Gramsci. Ma preferisce non affondare il colpo e cavarsela con una battuta: «Ho pensato quanto fair play dovessero avere i comunisti di una volta che sono rimasti su. Ci fosse stato un padre nobile più diretto, com’era Dossetti, hai visto mai che veniva giù?».