Corriere di Bologna

EGIZIANI: POCHI E INTEGRATI L’IMAM GUIDA LA MOSCHEA

Islam Said studia Farmacia: l’Egitto? Meta di vacanze

- di Maria Centuori

Comincia dagli egiziani il viaggio del Corriere di Bologna tra le comunità di stranieri che vivono nella nostra città. Sono pochi, alcune centinaia, un migliaio in tutta la provincia, ma furono i primi migranti economici a inizio anni Novanta.

Porta il nome della sua religione Islam Said, 27enne di origine egiziana che studia Farmacia. «I miei genitori mi hanno chiamato Islam perché significa fiducia e affidament­o, quando è nata mia sorella tredici anni fa al Maggiore ho scelto invece il suo nome, è italiano: Sara».

Il suo luogo preferito è San Luca e quando in città vengono a trovarlo alcuni amici di altre comunità egiziane, la prima tappa turistica per loro è San Petronio. «Ho visitato molte chiese della città e ho assistito anche ad alcune messe». Islam è nato a Beheira, vicino ad Alessandri­a d’Egitto, ma ha pochi ricordi del suo Paese d’origine, perché quando aveva sei anni è arrivato in Italia assieme alla mamma e ai fratelli per raggiunger­e il padre, medico odontotecn­ico che aveva scelto Bologna per lavoro.

«Con il lavoro di mio padre in Egitto non si guadagnano più di 150 euro al mese». Islam è il secondo figlio e studia Farmacia, mentre il fratello maggiore si sta laureando in Chimica e tecnologia farmaceuti­ca. La mamma è diplomata in ragioneria. Sono in sette in famiglia ma nessuno di loro ha ancora la cittadinan­za italiana. Lo stesso Islam ogni anno va all’ufficio immigrazio­ne in via Bovi campeggi per rinnovare il suo permesso di soggiorno. Tra poco avrà la carta di soggiorno illimitata.

Oltre a studiare ha un contratto part time come impiegato in un’azienda bolognese di marketing e comunicazi­one. «Bologna è la mia città», e il suo accento da «regaz» non lo tradisce: «Non ho mai sentito il bisogno di tornare in Egitto, seguo le diverse vicende per curiosità ma resta per me solo una possibile meta delle vacanze e un’occasione per andare a trovare la famiglia dei miei genitori». Si è diplomato al Salvemini a Casalecchi­o e ha quasi sempre vissuto in Bolognina: «Ho frequentat­o le elementari Casaralta — ricorda —, non è stato semplice perché erano altri tempi: che in una classe ci fossero tanti stranieri non era la normalità come oggi. C’eravamo io e un bimbo cinese». Oggi sono ancora amici.

È di fede islamica, come i suoi fratelli e le sue sorelle che indossano il velo. È il figlio dell’Imam della moschea di via Pallavicin­i: «Non mi sono mai sentito limitato per il mio credo — spiega — anche se i miei amici alle feste bevono e io no, per esempio, ma solo perché credo nella mia religione». E com’è essere il figlio dell’Imam? «Normale — ma aggiunge con un po’ di ironia — però non so se la Digos controlla il mio telefono...».

 ?? Chi è ?? Islam Said, 27 anni, è arrivato in Italia a sei è figlio del primo imam della moschea An-Nur
Chi è Islam Said, 27 anni, è arrivato in Italia a sei è figlio del primo imam della moschea An-Nur

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy