Pd, l’ultimo appello: «Basta divisioni»
Appello del segretario Calvano, domani a Roma la Direzione. De Maria: ora una stagione nuova
Per il Pd è arrivata l’ora più buia con il confronto alla Direzione nazionale di domani pomeriggio. Si dovranno fare i conti, per la prima volta senza Matteo Renzi, con il risultato disastroso delle Politiche e soprattutto si dovrà decidere da che parte stare nella situazione politica generale di stallo che si è creata. I dirigenti dem dell’Emilia saranno in prima fila perché, se a livello nazionale il partito può pure fare l’opposizione, a Bologna e in Emilia governa ancora ovunque. Ci sarà il presidente della Regione Stefano Bonaccini, che nei giorni scorsi ha chiesto un cambio di passo al partito ma che non si è ancora espresso sul tema caldo di queste ore, la possibilità o meno di fare un’alleanza con il M5S per fare un governo, un’ipotesi su cui si è espressa favorevolmente la sua vice, Elisabetta Gualmini. Ci sarà sicuramente il segretario regionale Paolo Calvano, che ieri è tornato a dare la linea al partito: «In Direzione deve emergere il messaggio rassicurante di un partito che non cerca capri espiatori, ma la via per ripartire».
Mica facile, con l’intasamento di possibili candidati. Per ora a traghettare il partito dovrebbe essere il vicesegretario Maurizio Martina, ma poi nell’assemblea di aprile possono succedere due cose: che al partito vada un altro traghettatore come Graziano Delrio, oppure che si apra una stagione congressuale vera e propria che vede già schierato ai blocchi di partenza il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. In vista delle Regionali del prossimo anno qualche fibrillazione ci sarà anche da queste parti. Le dimissioni del vicesegretario Giuditta Pini e di Luca Rizzo Nervo dalla segreteria regionale non sono decisioni isolate, ma probabilmente sono la prima tappa di qualche scossone che arriverà nelle prossime settimane. I due fanno riferimento alla corrente di Matteo Orfini e non è esclusa una saldatura di questa area con la sinistra di Andrea Orlando contro l’attuale gruppo dirigente emiliano.
A Roma domani ci sarà anche l’ex parlamentare del Pd Sandra Zampa, battuta nel collegio del Senato di Bologna e Ferrara, che nei giorni scorsi si è espressa categoricamente contro un’alleanza con i Cinque Stelle. Sarà alla Direzione nazionale anche il deputato del Pd Andrea De Maria, appena rieletto, uno di quelli che è ripartito a macinare incontri anche dopo la sconfitta. E che però apre una riflessione: «Il mio auspicio è che la Direzione nazionale sia prima di tutto un’occasione di rilancio unitario dell’iniziativa del Pd e del centrosinistra. Dobbiamo fare un’analisi seria dei risultati, certo senza drammatizzazioni e personalizzazioni, ma nella consapevolezza che nel Paese abbiamo subito una dura sconfitta e che bisogna costruire una stagione nuova». Per il futuro, dice De Maria, «bisogna ricostruire un gruppo dirigente davvero collettivo, dove il noi conti più dell’io».
Intanto, la sconfitta cocente ha prodotto qualche scontro interno. A Piergiorgio Licciardello, che accusava l’ex senatrice del Pd Francesca Puglisi di essere subito scesa dal carro di Matteo Renzi, lei ha risposto ieri: «Sono stata buttata giù dal carro se non fosse abbastanza evidente, perché non ho solo giubilato dei bravo, ma dato consigli in privato che puntualmente venivano disattesi». Non sarà a Roma il segretario bolognese Francesco Critelli, eletto in Parlamento. Finora è rimasto in silenzio, ma prima o poi si dovrà aprire una riflessione anche a Bologna.
Calvano Non cerchiamo capri espiatori, solo la via per ripartire De Maria Bisogna ricostruire il gruppo dirigente a partire dal «noi»