Corriere di Bologna

«Stupiti dal numero di richieste»

- Da. Cor.

La dirigente

Il boom delle richieste per studiare il cinese nel suo liceo l’ha sorpresa. E non ha potuto fare a meno di «costruire» per l’anno prossimo due nuovi classi prime che avranno il cinese come seconda lingua.

La preside del Righi è Patrizia Calanchini Monti. Da 16 studenti iscritti quest’anno all’indirizzo di cinese ai 57 dell’anno prossimo. Che cosa è successo?

«Siamo partiti quasi in sordina l’anno scorso per capire come sarebbe andata e quando abbiamo fatto l’orientamen­to per le nuove iscrizioni, abbiamo suscitato così tanto interesse che abbiamo più che triplicato. Le ragioni sono differenti per ciascuno studente».

Per esempio?

«Innanzitut­to abbiamo un’economia emergente cinese, quindi sapere la lingua è prima di tutto utile per chi pensa a un futuro nel mondo dell’imprendito­ria. E poi abbiamo diversi studenti che pensano di iscriversi al corso da traduttori e interpreti di Forlì dopo il liceo: lì è richiesto lo studio obbligator­io di una lingua non europea. E a Bologna c’è il corso di laurea in lingue, culture e mercati dell’Asia».

Insomma, si studia il cinese pensando al proprio futuro. Non c’è nessuno che lo studia perché, in parte, il cinese fa già parte del nostro presente?

«In realtà sono molti i nostri studenti che hanno dichiarato di aver scelto di studiare il cinese esclusivam­ente per interesse personale: c’è molta curiosità».

Quindi prevedete già degli scambi con la Cina?

«È ancora prematuro, i ragazzi che hanno iniziato a studiare il cinese sono ancora piccoli e un viaggio in Cina è molto impegnativ­o. Vedremo».

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