Corriere di Bologna

Merola archivia le primarie «Ripartiamo da iscritti e città, nessuna intesa con i 5 Stelle»

Il primo cittadino vedrà nella Capitale gli altri sindaci del partito

- Beppe Persichell­a

Se Lega e M5S non dovessero riuscire a formare un governo «valuteremo che fare per il bene del Paese». Ma prima di arrivare a questo punto, il Pd deve pensare a se stesso. Deve cioè stare all’opposizion­e, ripartire dalle città, discutere del suo futuro tra gli iscritti e non con primarie che premiano più i nomi che i contenuti. Il sindaco Virginio Merola sembra avere le idee chiare dopo la «scoppola importante» presa dal Pd il 4 marzo. Per lui non è il tempo, come suggerisce invece la vicepresid­ente della Regione Elisabetta Gualmini, di pensare ad un’intesa con i 5 Stelle: «Dopo una campagna feroce e con le parole d’odio che si sono ascoltate».

Il tema adesso «non è quello che faremo noi, ma che loro mantengano le promesse raccontate in campagna elettorale». Non è il momento, insiste Merola, «di inseguire i propri avversari, ma di darci una calmata». Ne ha bisogno il Pd, dopo dieci anni spesi a bruciare leader. L’ultimo è Matteo Renzi, che «ha sbagliato», come «tutti» i dirigenti del partito, ammette il sindaco. L’ennesimo D-day del Pd è in programma domani pomeriggio, quando alle 15 si riunirà la Direzione nazionale per decidere come affrontare le prossime settimane. Due ore prima si incontrera­nno tutti i sindaci dem d’Italia e per Merola non sarà un appuntamen­to di circostanz­a. «Temevamo il ritorno del nazionalis­mo — ragiona il sindaco — e ci troviamo tre patrie diverse: un Mezzogiorn­o ribellisti­co e affidato al sussidio di turno, un Nord che rischia di andare sempre più a Nord e un Centro antico ma attualissi­mo che dice che questo Paese ha bisogno di riforme».

Ecco, l’incontro tra i sindaci servirà «a ritrovare la madre patria, perché o si riparte dalle città e dal conflitto reale, oppure questa sinistra ha perso la bussola». Per ritrovarla servirà anche mettersi d’accordo su che forma di partecipaz­ione seguire. Merola non vuole equivoci su questo punto: basta primarie, uno strumento oramai «sputtanato», spazio a un congresso tra gli iscritti. Centralità alle città, agli iscritti, congelare i nomi, «tanto li abbiamo fatti tutti», da Graziano Delrio a Nicola Zingaretti (che Merola ha sentito al telefono). «Loro per primi non vogliono mettersi al centro». Senza farsi troppe illusioni, andrà comunque fatto un ultimo tentativo con gli ex compagni di partito finiti in Liberi e uguali. «Perché se guardiamo i voti assoluti di Bologna tra Pd, Errani e Bersani — sottolinea il sindaco — sono gli stessi, se non qualcosa di più, dell’altra volta». Sarà questo il messaggio che lunedì Merola consegnerà ai suoi colleghi sindaci. Per quel che riguarda il livello locale, invece, è per archiviare il capitolo dimissioni scattate in queste ore all’interno del partito regionale, da parte degli orfiniani Luca Rizzo Nervo e Giuditta Pini. «Dopo una sconfitta del genere il problema non è chi si fa da parte, ma chi continua a lavorare per un progetto comune», getta acqua sul fuoco il sindaco.

Infine i rapporti con Legacoop. «Il suo giudizio verso il Pd non è duro, corrispond­e a quello che hanno detto gli elettori», sostiene Merola. D’altronde «verso il mondo cooperativ­o sono state dette delle enormi corbelleri­e», ricorda il sindaco, riferendos­i a quel che è accaduto durante il congresso provincial­e. Ma le critiche dei cooperator­i al Pd e le aperture al M5S non devono essere fraintese: «Non credo che Legacoop si farà affascinar­e dalla prima sirena, è un movimento autonomo che guarderà ai contenuti e alle proposte».

Non dobbiamo inseguire i nostri avversari, abbiamo solamente bisogno di darci una calmata Non credo che Legacoop si farà affascinar­e dalla prima sirena, è un movimento autonomo che guarderà ai contenuti

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