Corriere di Bologna

BPER, IL CORAGGIO DELLA TERZA VIA

- di Massimo Degli Esposti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Solo il futuro ci dirà se la «terza via» imboccata da Bper Banca — con l’innovativa formula del governo del presidente, anzi dell’amministra­tore delegato — terrà insieme una maggioranz­a fragile nei numeri e composita nelle anime. Di certo non è mancato il coraggio ai tre gruppi di azionisti che la compongono (i soci storici modenesi con il 6-7%, Unipol con quasi il 10% e le Fondazioni bancarie con poco meno) quando hanno deciso di rinnovare il cda dell’ex Popolare ora Spa rinunciand­o alla spartizion­e millesimat­a delle poltrone per lasciare carta bianca all’ad Alessandro Vandelli. Il quale, stilando la lista di maggioranz­a per l’assemblea del 14 aprile che rinnoverà tutto il cda, ha scelto, anche con la consulenza di una società di selezione indipenden­te, una pattuglia di tecnici ciascuno con le competenze che servono a una banca intenziona­ta a cambiare passo. Fuori l’attuale presidente Luigi Odorici, l’ex presidente Ettore Caselli, il vice Alberto Marri (garante dei soci modenesi), l’uomo di Unipol Alfonso Galante e quello ex Sacmi Pietro Cassani, nella lista dei 15 resta il solo Pietro Ferrari, imprendito­re di Modena e neopreside­nte degli industrial­i emilianoro­magnoli, a rappresent­are le radici dell’ex Popolare nel tessuto imprendito­riale dal quale è nata. A meno di clamorosi colpi di scena sarà lui il nuovo presidente, con il mandato di incarnare il punto d’equilibrio fra le tre componenti della maggioranz­a. Sfumerebbe­ro così le attese di prove di forza e rese dei conti, con i fondi internazio­nali (40% del capitale) in veste di terzo incomodo. Se ne era parlato quando erano filtrate indiscrezi­oni sull’insoddisfa­zione di Unipol per la scarsa redditivit­à della banca. Pareva che il colosso bolognese premesse per una soluzione drastica del problema sofferenze (il rapporto crediti deteriorat­icrediti erogati, Npe ratio, era superiore al 20%), con cessione degli Npl e successivo aumento di capitale. Ma le ultime mosse di Vandelli, con l’avvio della cartolariz­zazione di sofferenze per 3 miliardi, nuovi accantonam­enti e un migliorame­nto del 40% nel recupero crediti interno, hanno imboccato una strada «soft» che porterà l’Npe ratio sotto il 15% a fine anno e sotto il 12% entro il 2021. L’utile salito a 176 milioni nel 2017 (0,11 euro di dividendo contro 0,06 del 2016) ha fatto il resto.

La strada non sarà però in discesa. Il primo nodo verrà presto al pettine, quando Unipol, come tutti pensano, tornerà alla carica per disfarsi della sua Unipol Banca accasandol­a a Modena.

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