DOPPIE POLTRONE SCOPPIA IL CASO
Pressing della presidente Saliera, che chiede un parere sulle tempistiche delle dimissioni per i neoparlamentari I quattro consiglieri eletti il 4 marzo per ora aspettano: in caso di voto anticipato perderebbero entrambi i seggi
La prossima legislatura potrebbe essere la più breve della storia e forse anche per questo i consiglieri regionali eletti in Parlamento non si sono ancora dimessi. Ma in Regione scoppia il caso perché la presidente dell’assemblea Simonetta Saliera preme perché arrivino le dimissioni.
Mai come questa volta chi ha vinto il biglietto per Palazzo Madama o Montecitorio deve guardarsi le spalle e mai come oggi il rischio di tornare in fretta alle urne è molto forte se non si riuscirà a formare nessun governo politico. Alla luce di questa premessa si può forse comprendere meglio quello che è successo ieri in Assemblea regionale. I quattro consiglieri che sono stati eletti in Parlamento (Galeazzo Bignami ed Enrico Aimi di Forza Italia, Tommaso Foti di Fratelli d’Italia ed Andrea Rossi del Pd) non si sono ancora dimessi. E per questo la presidente dell’aula, Simonetta Saliera, ha scritto una lettera al segretario generale della Camera dei Deputati per chiedere un parere. Nella sua missiva, la presidente sottolinea l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di parlamentare, sancita dall’articolo 122 della Costituzione, e questo è pacifico.
Il punto è però un altro: quando scatta l’incompatibilità? E qui, come al solito, iniziano i guai. Secondo la legge regionale l’eletto ha dieci giorni di tempo per cessare dalle sue funzioni dal momento in cui si concretizza la causa di incompatibilità e, se questo non avviene in un arco di tempo di 30 giorni, viene pronunciata la decadenza da consigliere. Già, ma torniamo al punto di partenza: da quando si diventa incompatibili? Per Saliera dal momento in cui si entra in Parlamento (in questo caso il conteggio partirebbe dal 23 marzo), ma secondo un’altra interpretazione potrebbe scattare dal momento in cui avviene la convalida dell’elezione in Parlamento, un passaggio che può realizzarsi anche tra molto tempo.
A parlare in chiaro è stato ieri il consigliere regionale, Tommaso Foti: «A oggi non è pervenuta a nessuno la proclamazione — ha detto in aula — e ho la sensazione che vi sia una fretta abbastanza inusitata a percorrere i tempi. Se soggetti esterni stanno facendo indebitamente pressione sull’Assemblea perché si pronunci in qualche modo, sappiano che gli interessati possono impugnare in ogni sede decisioni inopinate e affrettate. Chiedo che ci sia una procedura ordinata e non basata sui casi precedenti».
Insomma, il caso potrebbe avere anche uno strascico legale, ma in questo momento il dato è tutto politico. Certo, ci sono i nuovi consiglieri che avranno fretta di entrare in Assemblea regionale ma sicuramente, nella situazione attuale, chi è appena stato eletto in Parlamento cercherà di arrivare all’ultimo giorno utile prima di dimettersi, perché questa potrebbe anche essere la legislatura più breve della storia.
Il discorso potrebbe valere indirettamente anche per il segretario del Pd Francesco Critelli, che pure aveva informalmente manifestato la sua intenzione di cumulare entrambe le cariche anche prima delle elezioni. Ma a maggior ragione, visto che il viaggio a Montecitorio potrebbe anche avere breve durata, tanto meglio mantenere ben salda la poltrona di numero uno del Pd. Anche la neoeletta Lucia Borgonzoni ha deciso di non lasciare Palazzo d’Accursio, anche se in questo caso la motivazione non è tanto quella di difendere la poltrona di consigliere comunale (poco remunerata a differenza delle altre) ma risponde più alla scelta politica di mantenere un presidio politico sulla città.
Non ha nessuna fretta di lasciare viale Aldo Moro nemmeno il consigliere regionale dei Cinque Stelle Gianluca Sassi, sospeso in via cautelare in attesa della pronuncia dei probiviri e non espulso dopo che è stato coinvolto nella vicenda dei mancati rimborsi esplosa prima delle elezioni. Per ora continua a stare nel gruppo in Regione, firmando ordini del giorno, risoluzioni ed emendamenti proposti dai 5 stelle.
Anche Francesco Critelli, eletto a Roma, non ha intenzione di lasciare Via Rivani