La Perla rassicura i sindacati «La produzione rimarrà qui»
Vertice sindacati-Sapinda. Le sigle: «Prudenza, però è un investimento a lungo termine»
Primo tavolo tra sindacati e Sapinda Holding, la società di investimenti che ha rilevato La Perla. Confermato il management: un mese e mezzo per il piano industriale.
L’intenzione di investire a lungo a termine, la garanzia di restare a Bologna, la conferma del management. Ieri i sindacati hanno incassato le prime rassicurazioni dai nuovi proprietari de La Perla: la società d’investimenti angloolandese Sapinda Holding, fondata dal tedesco Lars Windhorst. Un’operazione, arrivata a sorpresa dopo il fallimento delle trattative con i cinesi di Fosun, che aveva spiazzato le sigle. Dopo alcuni incontri saltati, ieri c’è stato il primo faccia a faccia, durato circa tre ore: al tavolo c’erano il senior managing director di Sapinda Tareq Shabib, il management de La Perla e Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil.
I sindacati restano prudenti ma i toni all’uscita erano più distesi che nei giorni scorsi. Perché Sapinda, pur prendendosi un mese e mezzo di tempo per elaborare il piano industriale (e rilasciare dichiarazioni pubbliche), qualche rassicurazione l’ha data. A partire dalla garanzia che La Perla resterà all’ombra delle Due Torri e che continuerà a puntare su lingerie, intimo, corsetteria e costumi. «Hanno ribadito che la scelta dell’intervento è legata al fatto che qui c’è il Made in Italy, che deve restare e tale e che per quest’azienda significa Made in Bologna — spiega Rossana Carra della Cisl — per loro la ricchezza dell’azienda è qui».
Sapinda, poi, ha assicurato di non avere intenzione di vendere a breve: «Hanno parlato di un investimento a lungo termine, un’impostazione che ci piace — riporta Roberto Guarinoni, Cgil — certamente bisognerà mettere mano ai conti dell’impresa e questo porterà una discussione più complicata». Ma su questo, sembra che Sapinda sia più concentrata sugli shop all’estero: «C’è un problema di costi molto forte all’estero, lo sapevamo, legato ai negozi», conferma Guarinoni. Mentre sulla produzione i problemi non sembrano insormontabili. La Perla, assicurano i sindacati, non è in ritardo per la collezione primavera-estate 2019. Sull’autunno inverno di quest’anno, spiega il sindacalista Cgil, «metteranno in campo tutte le risorse per mantenere il fatturato, lì il ritardo c’è ed è molto forte». Il management, che in queste settimane lavorerà al piano industriale insieme a una società esterna, è confermato. Resta l’ad nominato a dicembre Paolo Vannucchi. «Avremo come interlocutori gli ultimi manager arrivati, questo è positivo», è la valutazione di Mariangela Occhiali della Uil.
Insomma, qualche schiarita c’è. Ma la prudenza, in attesa del piano industriale, resta alta. Perché, ricordano i sindacati, «piani meravigliosi finiti in fondo al fosso velocemente nella storia ce ne sono stati».