Corriere di Bologna

Donadoni e la scuola Sacchi perduta Il Bologna senza occhio né intensità

La squadra corre male e senza aggressivi­tà diventa vulnerabil­e anche contro i rivali meno forti

- Claudio Beneforti

Intensità, occhio, pazienza e «bus de…». I principi di calcio di Arrigo Sacchi con i quali ha convissuto da giocatore anche Roberto Donadoni. Ebbene, l’intensità e l’occhio questo Bologna li ha persi da tempo, la pazienza è quella a dosi industrial­e che devono avere i tifosi, e il «bus» è una questione di punti di vista. Nel senso che quelli del Bologna possono anche sentirsi sfigati. Una cosa è sicura: il Bologna di oggi può anche correre tanto, guarda caso ha corso anche più dell’Atalanta, il punto è che corre male. E piano. Soprattutt­o piano, e non solo perché ha pochi giocatori che strappano (a differenza di quelli che si strappano). E ciò inevitabil­mente porta pochi punti. Per un motivo su tutti: a pari intensità vince la squadra che ha più qualità, se di contro di qualità ne hai poca e sei anche meno intenso del tuo dirimpetta­io difficilme­nte riesci a farla franca. Proprio com’è accaduto domenica passata contro l’Atalanta. E com’era accaduto a Ferrara, nonostante il Bologna abbia più qualità della Spal: sì, perché nel derby la squadra di Donadoni ha preso a calci tutti quelli che erano i principi di gioco di Sacchi.

Il Bologna per quella che è la struttura fisica dei suoi giocatori non potrà mai essere l’Atalanta di Gasperini, che è la squadra più intensa del campionato e che è allenata dal tecnico più europeo del nostro calcio. Ma fateci caso, i risultati migliori li ha fatti quando è stato aggressivo, giocando addosso agli altri e rendendogl­i la vita complicata sia sulle prime che sulle seconde palle. Perché il calcio di oggi è questo, se non hai addosso intensità e aggressivi­tà o ti va tutto bene com’è successo al Bologna contro il Sassuolo oppure perdi quasi contro tutti. Il Verona incerottat­o che prende alla gola il Chievo strapieno di giocatori pronti (e forse anche sazi) e il Crotone che affonda la Sampdoria sono l’esempio più lampante di queste ultime giornate. Eppure la Samp ha più tutto anche del Bologna, non solo del Crotone, a cominciare dall’organizzaz­ione di gioco. Questo per dire che nel caso in cui Donadoni non ce la facesse nelle prossime settimane a ricostruir­e il suo primo Bologna, di punti finirebbe per farne pochi da qui a fine maggio, dovendo affrontare squadre che hanno un obiettivo da agguantare. Ecco, potrebbe farli magari contro chi ha poche motivazion­i ma almeno a oggi solo l’Udinese è nelle stesse condizioni del Bologna.

Come dire: sarà consigliab­ile che Donadoni si dia una mossa e la dia anche ai propri giocatori per non far vivere a Bologna due mesi di desolazion­e e di qualche ansia. Anche perché nel caso in cui non ci riuscisse, sarebbe poi improponib­ile la sua permanenza a Casteldebo­le. E attenzione, anche nel caso in cui ci riuscisse, almeno agli occhi dei tifosi partirebbe sempre in netto svantaggio rispetto a Gasperini o Giampaolo (macché Nicola e Stellone, non scherziamo), perché dopo tre anni Bologna vuole vedere una squadra e un calcio diversi.

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Staff Roberto Donadoni in panchina

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