Debutta il partito di Pizzarotti
L’ex M5S riunisce i sindaci civici sotto le Torri. Merola incalza il Pd: asse comune
Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, riunisce domani a Bologna gli amministratori emiliani per cominciare a strutturare il partito dei sindaci. Al tavolo con l’ex esponente dei Cinque Stelle, tra gli altri, i sindaci di Budrio, di Comacchio e di Cento e altri amministratori. Si parlerà di organizzazione e della proposta politica in Emilia dove l’anno prossimo si vota alle regionali. Poi Pizzarotti strutturerà il partito che si chiama «L’Italia in Comune» con un vertice il 23 e 24 marzo a Roma con 400 amministratori delle liste civiche.
E nel Pd dopo l’apertura ai civici di Bonaccini, Merola ricorda di aver detto prima di tutti che serviva un’alleanza con Pizzarotti e parla di un «campo democratico e civico» per il futuro. Ai suoi da mesi confida infatti che molto probabilmente il prossimo candidato del centrosinistra a Bologna dovrà avere un profilo civico. Anche i deputati Pd, Andrea De Maria e Gianluca Benamati aprono alle alleanze con i civici. E il segretario regionale dem, Paolo Calvano nella prima Direzione dopo le Politiche prova a suonare la carica: «Serve un partito da battaglia e da combattimento».
Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ex Cinque Stelle, non risponde per ora alle sirene del governatore Stefano Bonaccini che ha ventilato un’alleanza tra Pd e forze civiche. Ma al tempo stesso comincia a lavorare sul serio al suo progetto di un partito dei sindaci, un progetto che entrerà nel vivo proprio qui a Bologna dove domani il sindaco di Parma ha convocato un incontro con tutti gli amministratori emiliani interessati alla sua idea. Si discuterà dell’organizzazione della nuova formazione politica e della proposta politica da lanciare in Emilia-Romagna, dove l’anno prossimo si torna al voto per le Regionali.
Con Pizzarotti ci sarà il sindaco di Comacchio Mario Fabbri, anche lui ex Cinque Stelle e che, come il sindaco di Parma, è stato rieletto alla guida di una lista civica. All’incontro parteciperà poi il sindaco di Cento Fabrizio Toselli, anche lui eletto primo cittadino alla guida di una lista civica. In prima fila anche il sindaco di Budrio Maurizio Mazzanti, che è riuscito a conquistare il Comune della pianura bolognese dove dal Dopoguerra aveva sempre governato il centrosinistra. A questi sindaci si unirà un drappello di amministratori e probabilmente arriverà qualche altro primo cittadino.
Dopo l’incontro di Bologna Pizzarotti punterà a Roma, dove il 24 e il 25 marzo il movimento che si chiama «L’Italia in Comune» si costituirà in un vero e proprio partito per sottoscrivere i principi della carta dei valori, lo statuto del partito e i requisiti per essere candidati. Il nucleo dei fedelissimi è costituito da una cinquantina di amministratori in tutta Italia, ma considerando anche gli assessori e i consiglieri comunali si arriva a circa 400 componenti.
Nelle scorse settimane, quando si è cominciato a parlare del progetto, Pizzarotti ha detto che «all’Italia manca un partito dove al centro viene messa la competenza e il pragmatismo degli amministratori locali, unici veri politici ad avere ancora un contatto diretto con i cittadini». Difficile dire quali prospettive può avere un movimento civico a livello nazionale, ma di certo gli elementi di interesse non mancano, soprattutto in Emilia-Romagna. Un po’ perché il partito di Pizzarotti rischia di diventare il nuovo partito di riferimento per un’intera generazione di amministratori che faceva parte del Movimento Cinque Stelle della prima ora in Emilia e che poi ha lasciato, o più spesso è stato costretto a lasciare, e un po’ perché la sfida del sindaco di Parma comincia nel punto più alto della parabola pentastellata, dopo il 32% ottenuto alle elezioni del 4 marzo.
Al vertice di domani a Bologna sarà inevitabile per i sindaci affrontare a porte chiuse anche il tema di un possibile e futuro dialogo con il Partito democratico. Anche se, prima di parlare di alleanze, il partito dei sindaci deve provare a guadagnarsi uno spazio politico, ammesso che ci sia.