Biagi, lo sfregio alla memoria
Il figlio Lorenzo: «Attenzione ai nuovi gruppi eversivi». Bonaccini: «Frasi infami»
Nel giorno dei sedicesimo anniversario dell’omicidio di Marco
Biagi, mentre Bologna lo commemora, compaiono a Modena scritte inneggianti alle Br. «Infami», tuona il governatore Bonaccini. «Attenzione ai nuovi gruppi eversivi», dice Lorenzo, figlio del professore. L’indagine per apologia di terrorismo a Bologna.
Lo sfregio nel giorno del ricordo. Due scritte sui muri della facoltà di Economia di Modena per macchiare la commemorazione di Marco Biagi, il giuslavorista bolognese ucciso il 19 marzo 2002 dalle nuove Brigate Rosse davanti al portone della sua casa in via Valdonica, a pochi passi dalle Due Torri. «Marco Biagi non pedala più. Onore a Mario Galesi. Onore a compagni combattenti», e poi «1.000 Biagi» sono gli slogan della vergogna comparsi sulle pareti dell’Unimore e sui quali la Digos ha già avviato delle indagini: si aprirà un fascicolo per apologia al terrorismo, reato ipotizzato dal procuratore di Modena Lucia Musti, che sarebbe di competenza della Procura distrettuale antiterrorismo di Bologna. A segnalare il grave episodio è stato Michele Tiraboschi, storico collaboratore di Biagi, pubblicando le foto su Facebook e denunciando «un clima d’odio e di intolleranza che non è scomparso».
Parole riprese da Lorenzo Biagi, figlio del professore universitario, che invita a «mantenere alta l’attenzione nei confronti dei movimenti eversivi, presenti oggi come lo erano 16 anni fa». Lorenzo ha attaccato duramente «lo Stato, che ha abbandonato mio padre, perché aveva una scorta fino al novembre 2001, pochi mesi prima di essere ucciso». Lo sfogo del figlio del giuslavorista è arrivato in piazzetta Marco Biagi durante la cerimonia che, come ogni anno, ricorda il professore ucciso nel 2002: presenti il sindaco Virginio Merola, il prefetto Matteo Piantedosi, i sindacati Cgil, Cisl e Uil e le altre istituzioni cittadine. «Penso che il fatto che gli sia stata tolta la scorta senza motivo, o comunque con una sottovalutazione
A segnalare le frasi contro Biagi è stato Michele Tiraboschi, suo storico collaboratore ” Mattarella È una ferita ancora aperta nella nostra comunità civile, il terrorismo è stato sconfitto grazie all’unità del popolo italiano
del pericolo, sia una cosa grave», ha ribadito Lorenzo, duro nel condannare le parole dell’ex brigatista Barbara Balzerani, componente del gruppo responsabile del rapimento di Aldo Moro (il 16 marzo è stato il 40esimo anniversario del sequestro) che nei giorni scorsi ha scatenato polemiche con le sua dichiarazioni: «Fare la vittima è diventato un mestiere». Un insulto alla memoria al quale Lorenzo ha seccamente risposto: «Provo un grande disgusto, offende noi vittime e tutte le persone che hanno sofferto».
Per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «quella di Marco Biagi è una ferita ancora aperta nella nostra comunità civile, il terrorismo è stato sconfitto grazie all’unità del popolo italiano». Mattarella, con il suo messaggio, ha voluto in particolar modo sottolineare l’eredità lasciata dal giuslavorista nel mondo del lavoro. «Ha cercato soluzioni positive alle domande poste dai mutamenti profondi del lavoro e dei mercati. Tentando di tenere insieme le esigenze di competitività del sistema con i principi di giustizia sociale». Il Comune ha ricordato Biagi con una corona di fiori e la biciclettata serale dalla stazione a via Valdonica. Le scritte di Modena sono state condannate dal rettore dell’Unimore Angelo Andrisano, che le ha definite «un gesto di inciviltà, confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine». Piena condanna dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che le ha definite «infamanti, gli autori sono solo dei vigliacchi e noi siamo sempre e comunque dalla parte delle vittime». Il sindaco Merola, invitando a «fare tesoro dell’eredità di Biagi», ha stroncato le parole di Balzerani: «Hanno perso, adesso si devono solo nascondere». Con lui il senatore Pier Ferdinando Casini ha voluto rendere omaggio «a una delle persone migliori della città». Dal senatore centrista un’altra dura replica agli ex brigatisti «pensano di poter andare in cattedra a dare lezione, ma le parole di Lorenzo Biagi sono quelle dell’Italia perbene, che va avanti, subisce la violenza e sta zitta fino a un certo punto, bisogna reagire per difendere l’onore e rispondere a questa mistificazione». Anche secondo il deputato del Pd, Andrea De Maria, «in Italia c’è troppa simpatia e indulgenza per i terroristi, si sentono liberi di dichiarare senza freni e senza pudori». Un messaggio di ricordo è stato letto all’apertura del Consiglio comunale e vicinanza alla famiglia Biagi è arrivata da tutti i gruppi: «È inaccettabile che alcuni terroristi vengano considerati al pari di star televisive», ha detto la presidente dell’aula, Luisa Guidone. Prima delle udienze è stato osservato un minuto di silenzio anche in Tribunale.