Corriere di Bologna

Fondazione Carisbo, l’utile è quadruplic­ato

Le ultime operazioni del cda uscente. Sibani: «Abbiamo azzerato 160 milioni di debiti» Genus Bononiae: bando per la sgr che gestirà gli immobili, un consiglier­e a fianco di Roversi

- di Riccardo Rimondi

Una pioggia di milioni, tra 700 e 800, in arrivo entro l’estate. L’addio a Mediobanca, l’entrata in Bper. Un nuovo consiglier­e nel cda di Genus Bononiae da affiancare a Fabio Roversi Monaco. Sono le ultime mosse del cda uscente della Fondazione Carisbo. Ieri il Collegio d’indirizzo ha incontrato per la penultima volta il presidente Leone Sibani: il prossimo incontro, a fine aprile, approverà il bilancio ed eleggerà il nuovo cda. Ieri sono stati nominati i due componenti del Collegio che riceverann­o e valuterann­o, con Sibani, le candidatur­e che arriverann­o dai componenti del Collegio: sono Alberto Melloni ed Emilio Campos.

I sette nuovi consiglier­i avranno un compito gravoso: dovranno gestire una liquidità per un valore «tra i 700 e gli 800 milioni», calcola Sibani. Circa 400 milioni arriverann­o dalla vendita di azioni di Intesa Sanpaolo, che dovrà essere realizzata in primavera e porterà la partecipaz­ione della Fondazione dall’1,98 all’1,2-1,3%. Un passaggio doloroso per via Farini, ma necesSiban­i sario per far scendere l’asset sotto la soglia critica del 33% del patrimonio in ossequio al protocollo Acri-Mef.

Altri 250 milioni li porterà l’addio a Mediobanca, iniziato nei mesi scorsi. Palazzo Saraceni aveva il 2,8% delle azioni, ma nel 2014 le ha svalutate portando il loro valore — a bilancio — a 237,7 milioni, 9,7 euro ad azione. Quando il prezzo del titolo in Borsa è risalito a quei livelli, rispetto ai quattro euro a cui era scesa, la Fondazione ha iniziato a vendere. L’intenzione è cedere tutto il pacchetto.

Altre operazioni, alcune già iniziate l’anno scorso e responsabi­li dell’utile record del bilancio in via di approvazio­ne, porteranno tra i 700 e gli 800 milioni i contanti nella cassaforte di via Farini, che andranno reinvestit­i. Ieri c’era chi ipotizzava l’acquisto della sede in via Farini della Carisbo, quando sarà incorporat­a in Intesa Sanpaolo, ma i più sono scettici. Certamente, per una banca che esce, una entra nel portafogli­o di Palazzo Saraceni. Si tratta di Bper: la Fondazione ha investito nei giorni scorsi una quarantina di milioni per comprare l’1,5% dell’istituto modenese.

rivendica i risultati del suo mandato: «Ci siamo ritrovati con 160 milioni di debiti con le banche, li abbiamo azzerati. Abbiamo dovuto svalutare il nostro patrimonio immobiliar­e di circa 60 milioni e abbiamo ricostitui­to riserve, in modo da poter, quando il mercato è favorevole, accumulare fieno in cascina per i tempi di magra».

Intanto si lavora su Genus. Presto ci sarà un bando per scegliere la sgr incaricata di gestire il fondo in cui andrà il patrimonio immobiliar­e. Al presidente R0versi Monaco, che continuerà a gestire l’organizzaz­ione degli eventi, sarà affiancato un nuovo consiglier­e di amministra­zione con deleghe operative: l’operazione, decisa dal cda della Fondazione, ha il sapore del commissari­amento. Ma l’ex rettore scadrà nel 2019,difficile capire quanto il nuovo consiglier­e (socio della Fondazione) potrà incidere. «Purtroppo il leit motiv dominante è che bisogna cambiare», sospira Sibani.

Le candidatur­e verranno inviate al presidente, a Campos e a Melloni

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In scadenza Leone Sibani è alla guida della Fondazione Carisbo dal 2013

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