Fondazione Carisbo, l’utile è quadruplicato
Le ultime operazioni del cda uscente. Sibani: «Abbiamo azzerato 160 milioni di debiti» Genus Bononiae: bando per la sgr che gestirà gli immobili, un consigliere a fianco di Roversi
Una pioggia di milioni, tra 700 e 800, in arrivo entro l’estate. L’addio a Mediobanca, l’entrata in Bper. Un nuovo consigliere nel cda di Genus Bononiae da affiancare a Fabio Roversi Monaco. Sono le ultime mosse del cda uscente della Fondazione Carisbo. Ieri il Collegio d’indirizzo ha incontrato per la penultima volta il presidente Leone Sibani: il prossimo incontro, a fine aprile, approverà il bilancio ed eleggerà il nuovo cda. Ieri sono stati nominati i due componenti del Collegio che riceveranno e valuteranno, con Sibani, le candidature che arriveranno dai componenti del Collegio: sono Alberto Melloni ed Emilio Campos.
I sette nuovi consiglieri avranno un compito gravoso: dovranno gestire una liquidità per un valore «tra i 700 e gli 800 milioni», calcola Sibani. Circa 400 milioni arriveranno dalla vendita di azioni di Intesa Sanpaolo, che dovrà essere realizzata in primavera e porterà la partecipazione della Fondazione dall’1,98 all’1,2-1,3%. Un passaggio doloroso per via Farini, ma necesSibani sario per far scendere l’asset sotto la soglia critica del 33% del patrimonio in ossequio al protocollo Acri-Mef.
Altri 250 milioni li porterà l’addio a Mediobanca, iniziato nei mesi scorsi. Palazzo Saraceni aveva il 2,8% delle azioni, ma nel 2014 le ha svalutate portando il loro valore — a bilancio — a 237,7 milioni, 9,7 euro ad azione. Quando il prezzo del titolo in Borsa è risalito a quei livelli, rispetto ai quattro euro a cui era scesa, la Fondazione ha iniziato a vendere. L’intenzione è cedere tutto il pacchetto.
Altre operazioni, alcune già iniziate l’anno scorso e responsabili dell’utile record del bilancio in via di approvazione, porteranno tra i 700 e gli 800 milioni i contanti nella cassaforte di via Farini, che andranno reinvestiti. Ieri c’era chi ipotizzava l’acquisto della sede in via Farini della Carisbo, quando sarà incorporata in Intesa Sanpaolo, ma i più sono scettici. Certamente, per una banca che esce, una entra nel portafoglio di Palazzo Saraceni. Si tratta di Bper: la Fondazione ha investito nei giorni scorsi una quarantina di milioni per comprare l’1,5% dell’istituto modenese.
rivendica i risultati del suo mandato: «Ci siamo ritrovati con 160 milioni di debiti con le banche, li abbiamo azzerati. Abbiamo dovuto svalutare il nostro patrimonio immobiliare di circa 60 milioni e abbiamo ricostituito riserve, in modo da poter, quando il mercato è favorevole, accumulare fieno in cascina per i tempi di magra».
Intanto si lavora su Genus. Presto ci sarà un bando per scegliere la sgr incaricata di gestire il fondo in cui andrà il patrimonio immobiliare. Al presidente R0versi Monaco, che continuerà a gestire l’organizzazione degli eventi, sarà affiancato un nuovo consigliere di amministrazione con deleghe operative: l’operazione, decisa dal cda della Fondazione, ha il sapore del commissariamento. Ma l’ex rettore scadrà nel 2019,difficile capire quanto il nuovo consigliere (socio della Fondazione) potrà incidere. «Purtroppo il leit motiv dominante è che bisogna cambiare», sospira Sibani.
Le candidature verranno inviate al presidente, a Campos e a Melloni