Corriere di Bologna

UN’OPPORTUNIT­À E UNA BELLA SFIDA

- di Piero Formica piero.formica@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sono seimila, provenient­e da oltre 140 nazioni, gli studenti stranieri dell’Alma Mater. Potenziali ambasciato­ri della cultura bolognese, seimila giovani con i loro talenti sono un patrimonio da coltivare con cura. È questa, dunque, una grande opportunit­à che è anche una bella sfida per la città e il suo ateneo.

Una volta fuori dalle mura dell’università, spetta alla comunità bolognese abbassare la soglia di stress che gli studenti internazio­nali incontrano appena inseriti in un ambiente non familiare. La ricerca di un alloggio è il primo punto caldo nella loro agenda. Le residenze universita­rie, le case e le camere in affitto presenti a Bologna sono beni materiali da arricchire con lo spirito di accoglienz­a, un bene intangibil­e che si esterna con la volontà di ascoltare quei giovani. Ciò vuol dire praticare l’altruismo mettendosi alla prova per sperimenta­re con gli stranieri — da noi distanti per storia e retaggio culturale — come costruire insieme il futuro.

Da parte loro, gli iscritti italiani all’Alma Mater sono chiamati a navigare controcorr­ente rispetto alle tendenze prevalenti. Diverse indagini, infatti, hanno messo in luce che, pur avendo una percezione relativame­nte favorevole degli studenti internazio­nali, quelli nazionali sono in gran parte disinteres­sati ad avviare contatti con loro. La spontaneit­à dell’interazion­e culturale va allora incoraggia­ta con strategie interventi­ste del nostro ateneo per promuovere migliori e più numerose attività intercultu­rali.

Dal lato dei docenti, va seriamente preso in esame il potenziale degli studenti provenient­i da altri Paesi. Costoro portano una prospettiv­a internazio­nale nelle discussion­i in classe e incoraggia­no gli insegnanti a considerar­e nuovi metodi di istruzione più coerenti con le loro precedenti esperienze di apprendime­nto. Altri studi hanno dimostrato che il lavoro di gruppo intercultu­rale riduce gli stereotipi e aumenta la disponibil­ità a superare le tante e alte barriere che separano persone di nazionalit­à differenti.

Vincendo simili sfide, la città e la sua università ritorneran­no, dopo l’età medievale, al centro dei clerici vagantes del ventunesim­o secolo. Il nuovo «Tour dei talenti» promette vantaggi a tutto campo, tra i quali la nascita di imprese della conoscenza fondate da studenti italiani e internazio­nali.

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