UN’OPPORTUNITÀ E UNA BELLA SFIDA
Sono seimila, proveniente da oltre 140 nazioni, gli studenti stranieri dell’Alma Mater. Potenziali ambasciatori della cultura bolognese, seimila giovani con i loro talenti sono un patrimonio da coltivare con cura. È questa, dunque, una grande opportunità che è anche una bella sfida per la città e il suo ateneo.
Una volta fuori dalle mura dell’università, spetta alla comunità bolognese abbassare la soglia di stress che gli studenti internazionali incontrano appena inseriti in un ambiente non familiare. La ricerca di un alloggio è il primo punto caldo nella loro agenda. Le residenze universitarie, le case e le camere in affitto presenti a Bologna sono beni materiali da arricchire con lo spirito di accoglienza, un bene intangibile che si esterna con la volontà di ascoltare quei giovani. Ciò vuol dire praticare l’altruismo mettendosi alla prova per sperimentare con gli stranieri — da noi distanti per storia e retaggio culturale — come costruire insieme il futuro.
Da parte loro, gli iscritti italiani all’Alma Mater sono chiamati a navigare controcorrente rispetto alle tendenze prevalenti. Diverse indagini, infatti, hanno messo in luce che, pur avendo una percezione relativamente favorevole degli studenti internazionali, quelli nazionali sono in gran parte disinteressati ad avviare contatti con loro. La spontaneità dell’interazione culturale va allora incoraggiata con strategie interventiste del nostro ateneo per promuovere migliori e più numerose attività interculturali.
Dal lato dei docenti, va seriamente preso in esame il potenziale degli studenti provenienti da altri Paesi. Costoro portano una prospettiva internazionale nelle discussioni in classe e incoraggiano gli insegnanti a considerare nuovi metodi di istruzione più coerenti con le loro precedenti esperienze di apprendimento. Altri studi hanno dimostrato che il lavoro di gruppo interculturale riduce gli stereotipi e aumenta la disponibilità a superare le tante e alte barriere che separano persone di nazionalità differenti.
Vincendo simili sfide, la città e la sua università ritorneranno, dopo l’età medievale, al centro dei clerici vagantes del ventunesimo secolo. Il nuovo «Tour dei talenti» promette vantaggi a tutto campo, tra i quali la nascita di imprese della conoscenza fondate da studenti italiani e internazionali.