Corriere di Bologna

Il tesoro del turismo triplicato dal 2013

Nel 2017 incassati 6 milioni contro i 3,1 del 2013. Evasione a 50.000 euro. Conte: «Dato fisiologic­o»

- Di Mauro Giordano

Il tesoretto accumulato da Palazzo d’Accursio grazie alla tassa di soggiorno è triplicato nel giro di quattro anni. Si è passati dai 3,1 milioni de 2013 ai 6 dell’anno scorso. Al contempo, è aumentata anche l’evasione, ma si tratta di una cifra tutto sommato bassa, 50.000 euro. Intanto il Comune inizia a sperimenta­re, per ora solo con Airbnb, la tariffazio­ne a percentual­e rispetto al costo dell’alloggio.

Aumentano i turisti sotto le Due Torri, in città è esplosa l’economia legata a ristorazio­ne e accoglienz­a, cresce il tesoretto della tassa di soggiorno ma al tempo stesso avanza gradualmen­te quella (finora) piccola evasione legata ad alberghi, bed and breakfast e altre strutture, che non versano regolarmen­te quanto dovuto al Comune.

Lo testimonia­no i dati di Palazzo d’Accursio, dai quali emergono 50.000 euro di evasione totale accertati dal 2014 al 2016 da parte dei gestori non in regola con la tassa di soggiorno: una cifra però triplicata in pochissimo tempo, passando dai 9.030 euro del 2014, ai 10.107 euro del 2015 e infine ai 29.295 euro del 2016. Ricordiamo che l’imposta richiesta ai turisti per i pernottame­nti è in vigore dal 2012, con un trend di crescita impetuoso: dai 3,1 milioni riscossi nel 2013 si è rapidament­e arrivati ai 6 milioni del 2017, frutto di un movimento turistico che l’anno scorso ha toccato quota 1,4 milioni di arrivi e 2,8 milioni di presenze.

Durante l’inaugurazi­one del suo anno giudiziari­o, la Corte dei Conti di Emilia-Romagna ha sottolinea­to il grande aumento di casi attenziona­ti dalle amministra­zioni riferiti all’evasione della tassa di soggiorno. Secondo l’assessore comunale al Bilancio, Davide Conte, le cifre rilevate in città «sono fisiologic­he, anzi testimonia­no il grande impegno nella riscossion­e e sulla tipologia di attività coinvolte c’è un po’ di tutto, sia alberghi che altro». Conte «congela» per il momento la riforma dell’imposta che doveva passare da un sistema di tariffazio­ne a fasce (adesso si paga 1,5 euro per i pernottame­nti da 1 a 30,99 euro, mentre per i pernottame­nti sopra i 121 euro la tassa cresce fino a un massimo di 5 euro) a un meccanismo a percentual­e, in realtà già entrato in vigore dall’autunno scorso con una sperimenta­zione sugli Airbnb: il primo risultato dell’applicazio­ne

” L’assessore Le attività che non versano la tassa sono un po’ di tutti i tipi, sia alberghi che case vacanza

del 5% sulla tariffa, riferito agli ultimi tre mesi del 2017, ha portato nelle casse del Comune 130.000 euro. «A giugno tireremo le prime somme della sperimenta­zione, che riteniamo positiva e un modello al quale si stanno adattando tutte le altre città siglando accordi simili al nostro con Airbnb — commenta Conte —. Riscuotere direttamen­te dal portale è una semplifica­zione per tutti. Se la tariffazio­ne a percentual­e riguarderà tutti i gestori? Si vedrà, dobbiamo aprire un tavolo di confronto con gli albergator­i per parlarne ed è un cambio che non può avvenire in corso d’anno, quindi in caso partirebbe dal 2019. Sicurament­e rappresent­a però uno strumento di equità per i clienti delle strutture». Resta poi il nodo di tutti i siti di accoglienz­a turistica, a parte Airbnb, che non avendo sottoscrit­to accordi simili con Palazzo d’Accursio non sempre sono rigorosi nell’applicare la percentual­e della tassa di soggiorno. «Noi abbiamo scritto a tutti i portali e operatori, eventuali irregolari­tà verranno sanzionate», sottolinea Conte.

Tornando ai numeri dell’evasione, dal 2014 al 2016, sono aumentati anche i casi segnalati dal Comune alla Corte dei Conti: erano 142 e sono diventati 162 (erano scesi a 132 nel 2015). Questi però dopo un primo avviso da parte degli uffici comunali hanno per la maggior parte regolarizz­ato la loro posizione: i trasgresso­ri finali causa dell’evasione accertata sono stati 23 nel 2014, passati a 37 nel 2015, infine 54 nel 2016. Nello stesso triennio sono cresciuti i casi sfociati in sanzioni amministra­tive: quattro anni fa sono stati 21 per un importo totale di 13.000 euro in sanzioni, l’anno successivo si è arrivati a 27 multe per 35.800 euro e nel 2016 i gestori multati sono diventati 48 per violazioni da 17.700 euro. «L’elemento fondamenta­le da segnalare è che questa imposta, una delle poche leve disponibil­i a livello locale per i Comuni, ha rappresent­ato uno strumento di sviluppo per un settore trainante dell’economia cittadina» conclude Conte.

Stiamo sperimenta ndo la tariffa a percentual­e con Airbnb a giugno tireremo le prime somme

È importante sottolinea­re come questa imposta sia una leva preziosa per l’economia cittadina

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«Pepper«, il robot umanoide che da ieri accoglie e risponde alle domande dei passeggeri al Marconi

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