Corriere di Bologna

Ascom boccia la città dei taglieri «È una bolla»

Allarme Ascom-Confeserce­nti sul boom della ristorazio­ne «Senza paletti rischio chiusure». Aitini: «Spero nel governo»

- M. G. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il food impazza in centro e spaventa Ascom e Confeserce­nti, che temono «la bolla» e chiedono al Comune programmaz­ione per evitare che il settore esploda.

«Intervenir­e per evitare che il boom della ristorazio­ne si trasformi in una bolla che in pochissimo tempo porterebbe a gravi problemi per tutta la città». A chiedere un intervento per «regolarizz­are e gestire un fenomeno positivo ma da tenere sotto controllo» sono in coro Ascom e Confeserce­nti, ospiti ieri di una commission­e comunale per fare il punto sul commercio bolognese.

La grande crescita del turismo sotto le Due Torri ha portato all’aumento considerev­ole di bar, pub e ristoranti ma le due associazio­ni di categoria non nascondono la forza distorsiva di questo fenomeno per il tessuto imprendito­riale del centro storico. «Chiunque pensa di poter aprire con successo un’attività di ristorazio­ne, ma non è così — ammonisce Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom Bologna —. Bisogna tornare a fare programmaz­ione, anche se leggi nazionali con le liberalizz­azioni delle licenze e degli orari non lo permettono chiediamo all’amministra­zione di attivarsi per quello di sua competenza». Tonelli ha anche sottolinea­to le difficoltà dei commercian­ti in periferia, a causa della presenza fortissima della grande distribuzi­one, sempre più aggressiva con nuove aperture: Ascom ha chiesto anche attenzione alle nuove necessità della mobilità cittadina alla luce del forte incremento dell’e-commerce. Parole che trovano d’accorso Massimo Zucchini, presidente di Confeserce­nti Bologna: «In questi anni si è assistito a una dequalific­azione della profession­e del commercian­te. Il numero di licenze di somministr­azione in centro ha raggiunto livelli sproporzio­nati, con il valore delle licenza dimezzato per chi l’aveva presa anni fa. In periferia crediamo che i centri commercial­i siano una modalità di vendita in crisi, ma continuano ad aprirne».

Secondo i dati della Camera di Commercio nel 2017 nella provincia di Bologna erano attive 7.215 attività di ristorazio­ne, +2,43% rispetto all’anno precedente: ristoranti, bar e simili rappresent­ano il 48% delle 15.000 imprese di servizi che operano nella città metropolit­ana. Filcams Cgil e Fisascat Cisl segnalano «il livello qualitativ­o basso dei contratti di lavoro prodotti da questo boom». L’assessore comunale al Commercio, Alberto Aitini, chiede innanzitut­to interventi a livello nazionale al prossimo governo, ma intanto annuncia di voler presentare ad aprile la delibera per applicare il decreto Unesco in città: un provvedime­nto per la tutela delle botteghe nel centro storico. «Sugli ipermercat­i stiamo studiando quali strumenti urbanistic­i possono rappresent­are dei paletti per frenarne la diffusione» commenta.

I dati della Camera di Commercio

Nel 2017, nella provincia di Bologna, erano attive 7.215 attività di ristorazio­ne, +2,43% rispetto al 2016: ristoranti, bar etc sono il 48% delle 15mila imprese

” Tonelli Non è scontato che aprire un locale sia un successo

” Zucchini Il valore delle licenze prese anni fa si è dimezzato

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