Racconto di formazione «Charley Thompson»
Oggi l’anteprima del nuovo film di Andrew Haigh
Nel suo ultimo film, 45 anni, il regista inglese Andrew Haigh aveva raccontato la vita di una coppia sposata da quasi mezzo secolo, interpretata da Charlotte Rampling e Tom Courtenay, incrinata da una notizia proveniente da un remoto passato.
Il nuovo progetto del quarantacinquenne regista di Weekend punta invece sull’adolescenza, con un racconto di formazione on the road che si svolge nel cuore dell’America più profonda.
Charley Thompson, tratto dal romanzo di Willy Vlautin, scrittore e leader della cultband Richmond Fontaine, con più di un omaggio a John Steinbeck, uscirà in Italia il 5 aprile. Ma questa sera alle ore 20 verrà proiettato in anteprima, in lingua originale con sottotitoli in collaborazione con Teodora Film e Ippodromo di Bologna, al Lumière di Piazzetta Pasolini. Il mondo dei cavalli è un ingrediente fondamentale del film, visto che il protagonista, il quindicenne Charley, abbandonato dalla madre e con un padre perennemente nei guai, lavorando in un ippodromo si affezionerà a un vecchio cavallo da corsa, Lean on Pete. Tanto che, per salvare l’animale, si metterà in viaggio per le strade dell’America profonda. A interpretare il giovane protagonista è stato chiamato Charlie Plummer, diciottenne americano che all’ultima Mostra di Venezia si è aggiudicato il Premio Mastroianni come attore rivelazione e che di recente ha anche interpretato il giovane Paul Getty III rapito dalla ‘ndrangheta calabrese in Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott, al fianco del solo omonimo Christopher Plummer nei panni del nonno, il miliardario Paul Getty.
Nel film, che nel cast può contare anche su Travis Fimmel, Chloe Sevigny e Steve Buscemi, è centrale lo strano rapporto che si viene a instaurare tra Charley e il cavallo che ha rubato per evitare che venga abbattuto. Insieme attraverseranno i grandi paesaggi dell’America nord-orientale, dall’Oregon al Wyoming, facendo vari incontri, compresi alcuni giovani soldati delle guerre degli ultimi anni. «Di solito nei film americani — aveva detto il regista a Venezia — si viaggia verso ovest per cercare la libertà. Nel mio il protagonista viaggia a est per trovare stabilità».