Corriere di Bologna

UNA STORIA TUTTA DIGITALE

- Di Franco Farinelli

Bologna è seconda nella classifica italiana delle città «smart», come certifica il Forum della pubblica amministra­zione, e come Piero Formica segnalava qui qualche giorno fa. E l’affluenza pasquale nei musei oltre che nei ristoranti ha rincuorato non soltanto gli osti e gli albergator­i, ma anche i responsabi­li delle istituzion­i. Gaudeamus igitur, dunque, con quel che segue? Invece non è il caso, perché la nostra città non è giovane, e ignorare la saggezza che deriva dalla sua età sarebbe un errore madornale, in quanto vorrebbe dire ignorarne l’anima.

Soltanto in senso figurato smart vuol dire intelligen­te: in realtà, indica qualcosa o qualcuno la cui astuzia si basa sulla rapidità e sulla seduzione, nel caso specifico quelle della comunicazi­one elettronic­a, la forma più avanzata della digitalizz­azione. Quest’ultima non sorge infatti con i calcolator­i, ma deriva dai primi tentativi di sottrarre alle intemperie, cioè alla casualità degli eventi, il funzioname­nto del mondo. Essa nasce con la casa di Adamo, all’inizio dell’umanità. Sotto tal profilo, i portici di Bologna costituisc­ono un formidabil­e esempio di concreta e non figurata struttura urbana digitale, basata proprio sulla riuscita cooperazio­ne tra il settore pubblico e quello privato, che oggi è lo scopo di ogni amministra­zione civica al mondo. E che è all’origine, a scala planetaria, del felice paradosso bolognese: quello di una piccola città che senza conoscerne (ancora?) gli svantaggi gode invece di molte prerogativ­e riservate invece a quelle grandi, a partire dall’ampiezza dei servizi profession­ali di cui dispone e dal riconoscim­ento internazio­nale della sua identità.

Non è oggi concepibil­e nessuna economia urbana che non sia pathdepend­ent, che non dipenda dal percorso che ogni città, nella sua storia, ha già compiuto. La storia cioè è un immediato fattore produttivo, e ogni politica cittadina volta all’incremento del capitale sociale farebbe bene ad assumerla a fondamento delle sue scelte. Ciò vale in maniera particolar­e per Bologna, che ha la fortuna di assistere oggi alla convergenz­a della natura di tutte le città del mondo verso la propria, avanzatiss­ima fin dall’inizio dal punto di vista della digitalizz­azione, della smateriali­zzazione della produzione e della messa in circolazio­ne di informazio­ne specializz­ata. Quella convergenz­a che è il vero e per lo più inconsapev­ole motivo per cui i turisti oggi fanno la fila per salire sulla torre degli Asinelli.

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