L’addio di Palmizio Forza Italia, ora c’è Bignami
La sua avventura politica in Forza Italia doveva durare sei mesi ed è andata per 25 anni. Dopo quattro anni come coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Palmizio è pronto a passare il testimone. Toccherà al leader del partito Silvio Berlusconi firmare l’ordine di servizio del cambio al vertice degli azzurri in Emilia ed è ormai questione di giorni o di settimane. Nel partito ormai sono cambiati i rapporti di forza e a comandare in Emilia è Anna Maria Bernini, appena scelta come capogruppo del partito al Senato. Un ruolo che è incompatibile con quello di coordinatore regionale e per questo in pole position per sostituire Massimo Palmizio c’è il neoparlamentare Galeazzo Bignami, capogruppo regionale uscente di FI.
Il primo settembre del 1982, l’allora 27enne Massimo Palmizio, milanese di nascita e bolognese d’adozione, fa un colloquio di lavoro con Silvio Berlusconi per l’assunzione a Publitalia. È una specie di colpo di fulmine tanto che undici anni dopo lo chiama Marcello Dell’Utri, il capo di Publitalia, e gli chiede se è disponibile ad occuparsi di un progetto politico della durata di sei mesi. Da allora sono passati 25 anni e quel progetto va avanti ancora. Perciò, per Massimo Palmizio non deve essere facile lasciare la nave dopo una vita passata tra Publitalia e Forza Italia perché quella, confida oggi, alla fine è diventata «una famiglia».
Eppure ci siamo, è questioni di giorni, massimo di settimane. E poi il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi firmerà l’ordine di servizio con il quale congederà dopo quattro anni di onorato servizio alla guida di FI in Emilia-Romagna Massimo Palmizio. «Ho sentito Berlusconi — confida il coordinatore — e gli ho detto che sono a disposizione come sempre. Fare il coordinatore di Forza Italia in Emilia è stato un lavoro faticoso e per certi versi sono sollevato. Non sono più parlamentare ma continuerò a dare una mano, auguro a chi verrà dopo di me gli stessi successi che ho ottenuto».
Il vento è cambiato e Palmizio lo sa molto bene. La nuova stella che brilla nel firmamento azzurro, pur ridimensionato dall’avanzata leghista, è quella di Anna Maria Bernini. È lei che ha dato le carte all’ultimo giro delle elezioni politiche, almeno in Emilia, ed è stata premiata da Berlusconi con l’incarico di capogruppo al Senato. C’era lei insieme a Maria Stella Gelmini alle consultazioni al Quirinale con il presidente. Senza quell’incarico sarebbe stata proprio lei l’erede designata a sostituire Massimo Palmizio alla guida di Forza Italia in Regione. Ma il ruolo di capogruppo è incompatibile, almeno sul piano dell’opportunità politica e del tempo, con quello di coordinatore regionale. E dunque l’ipotesi più accreditata nel partito è che a succedere a Palmizio nelle prossime settimane sarà il neoparlamentare Galeazzo Bignami, capogruppo uscente in Regione.
Bignami, ex Alleanza nazionale, si è confermato una macchina da voti e ha avuto la meglio sulla concorrenza agguerrita di Nunzia De Girolamo alle Politiche.
Alle Amministrative si vota il prossimo 10 maggio e le scelte sono già state fatte e dunque la ragione politica consiglierebbe di effettuare il cambio della guardia dopo quella data, ma Palmizio per primo sa benissimo che ormai è solo una questione di tempo.
Al coordinatore regionale, in questi tempi non facili per la politica, va riconosciuto un certo stile nell’addio: «Io faccio riferimento solo a Berlusconi e naturalmente dirò come la penso sulla mia successione». Nell’ultimo giorno da parlamentare, il giorno prima dell’insediamento del nuovo Parlamento, ha fatto visita in carcere a Marcello Dell’Utri, amico da una vita ora malato. «Non l’ho visto bene, io non intervengo nella vicenda processuale, dico solamente che Marcello ha bisogno di essere
” Palmizio È stato un lavoro faticoso e per certi versi sono sollevato Auguro a chi verrà dopo di me gli stessi successi
Sono andato a trovare Dell’Utri in carcere: io sono un uomo e non un caporale e per questo non lo dimentico in un momento di grande difficoltà
Il legame con Silvio
Palmizio e Berlusconi si sono conosciuti nell’82 per un colloquio di lavoro con Publitalia
La successione
La nuova stella che brilla dentro FI è la Bernini, che però è già capogruppo al Senato
curato fuori dal carcere». In politica come nella vita si sale e si scende e il difficile è governare le discese. «Sono un uomo e non un caporale e per questo non dimentico Marcello in un momento di grande difficoltà». Palmizio, liberale e garantista, due aggettivi non molto di moda nell’agenda politica attuale, ha governato il partito con uno stretto collegamento con i piani alti.
Se davvero toccherà a Bignami, ci sarà un grosso cambiamento perché l’ex An promuoverà un maggiore radicamento territoriale e proporrà un modello organizzativo più simile a quello della Lega. Ma questa in fondo è un’altra storia.