Corriere di Bologna

Ora di religioni, le Acli: «È un errore»

Il presidente Diaco: «Per rispetto di tutte le culture, la nostra finisce in subordine»

- BO Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nulla può sostituire l’ora di religione a scuola. La pensa così uno dei massimi rappresent­anti delle Acli, le Associazio­ni cristina e lavoratori italiani che boccia il progetto di «ora di religioni» in alcune scuole del San Donato. «È una posizione abbastanza chiara da parte del mondo cattolico e non solo», spiega il presidente Filippo Diaco, «cancellare la nostra identità culturale dalle conoscenze dei ragazzi, anche se stranieri, è l’opposto dell’integrazio­ne».

” Per rispetto di altre culture si rischia che la nostra sia messa in subordine, non si può dimenticar­e cosa è stato il cristianes­imo, cancellare la nostra identità culturale è l’opposto della integrazio­ne

Nulla può sostituire l’ora di religione a scuola. La pensa così uno dei massimi rappresent­anti delle Acli, le Associazio­ni cristiane dei lavoratori italiani che boccia il progetto di «ora di religioni» in alcune scuole del San Donato. «È una posizione abbastanza chiara da parte del mondo cattolico e non solo, c’è il Concordato che regola l’insegnamen­to della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, se le altre religioni vogliono entrare nella scuola facciano la richiesta allo Stato italiano». Chi parla senza giri di parole è appunto Filippo Diaco, presidente provincial­e delle Acli.

Dunque bocciatura dell’ora delle religioni?

«Un simile progetto si può svolgere in collaboraz­ione con l’ora, costituzio­nalmente regolata, che è chiamata appunto Insegnamen­to della religione cattolica, ma non può sostituirl­a. Fra l’altro, oggi, in tutti i testi scolastici di questa disciplina sono previsti capitoli dedicati proprio al dialogo interrelig­ioso e alla scoperta delle altre fedi e culture. Ed è prevista, per chi vuole, l’ora alternativ­a. Se anche le altre comunità religiose presenti in Italia desiderano un insegnamen­to confession­ale, propongano allo Stato un accordo legislativ­o apposito, ma non avrebbe senso riempire di altri contenuti programmi scolastici pensati e costruiti in decenni di lavoro, con finalità specifiche, che non sono un contenitor­e vuoto da colmare».

Condivide quindi la posizione della preside del liceo Malpighi Elena Ugolini secondo cui è un errore scordare le radici cattoliche?

«Certo. L’ora di religione a scuola è prima di tutto un fatto culturale, di scoperta, per i ragazzi della storia e della cultura del loro Paese, cui il cattolices­imo ha dato nei secoli un apporto da cui è impossibil­e prescinder­e, come anche la revisione del Concordato del 1985 ha ribadito. L’Irc può e deve avere per la scuola italiana una valenza interdisci­plinare di primo ordine».

Non pensa che il confronto tra le varie religioni possa aiutare l’integrazio­ne?

«In realtà, per rispetto di tutte le culture, si rischia che la nostra sia messa in subordine alle altre. Non può essere così, non si può dimenticar­e che il cristianes­imo, oltre che una religione, è stato ed è il principale motore storico, artistico e culturale dell’Italia e ispiratore dei padri fondatori dell’Europa. Cancellare la nostra identità culturale dalle conoscenze dei ragazzi, anche se stranieri, è esattament­e l’opposto dell’integrazio­ne».

Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Versari ha promosso questo progetto. Che ne pensa?

«Nella scuola si fanno già tanti percorsi, con la partecipaz­ione di associazio­ni che fanno progetti intercultu­rali e interrelig­iosi. Sono percorsi ben avviati, non occorre stravolger­e l’ora di religione nella scuola che c’è da sempre in Italia. Come percorso interrelig­ioso siamo molto più avanti di tanti paesi europei, ma l’ora di religione non si tocca».

Anche le Acli organizzan­o attività di dopo scuola e di centri estivi a cui partecipan­o molti stranieri. Come funziona?

«Le nostre attività sono frequentat­e all’80% da famiglie straniere che chiedono spontaneam­ente di associarsi, nonostante quella croce ben evidente sulla tessera: per noi la vera integrazio­ne non significa modificare quel simbolo per rispetto, ma spiegare alle famiglie ciò che abbiamo in comune e che accomuna le rispettive appartenen­ze. Nessuno si è mai tirato indietro».

Dunque bocciatura senza appello. Avete qualche proposta da avanzare come Acli?

«Potrebbero essere associazio­ni come la nostra ad essere invitate a scuola a parlare di integrazio­ne culturale e dialogo interrelig­ioso, ma la scuola faccia la scuola e si attenga ai programmi.

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 ??  ?? Presidente  Filippo Diaco, classe 1980, è il presidente provincial­e delle Acli di Bologna, le Associazio­ni cristiane lavoratori italiani
 Nel 2016 è stato eletto per un secondo mandato di quattro anni, fino al 2020
Presidente  Filippo Diaco, classe 1980, è il presidente provincial­e delle Acli di Bologna, le Associazio­ni cristiane lavoratori italiani  Nel 2016 è stato eletto per un secondo mandato di quattro anni, fino al 2020

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