La Leopoldina di Richetti «Si può perdere senza rinunciare a un sogno»
” Non si può pensare di concludere questo percorso senza le primarie aperte, uno strumento per dare forza e unità al Pd
«Si può perdere ma non si può rinunciare a un sogno, io non chiudo questa storia senza aver dato gambe ad una passione». L’altro Matteo, Richetti, 44 anni, renziano della prima ora, ieri ha riunito i suoi sostenitori all’Acquario romano, per cominciare la sua lunga marcia verso la segreteria del partito. Per ora le primarie si limita a chiederle senza dire che vi parteciperà. «Non si può pensare — ha detto ieri — di concludere questo percorso senza le primarie aperte che sono uno strumento per dare forza autorevolezza e unità al Pd». Per ora si limita a lanciare un sito, poi si vedrà. La partita di Richetti si gioca nello spazio del tempo medio visto che il congresso del partito non si aprirà fino al prossimo autunno. L’incontro di ieri a Roma è stato definito il summit dei renziani senza Renzi, ma aprendo l’incontro Matteo Richetti ha mandato un messaggio all’ex Rottamatore: «Vi posso chiedere di mandare un applauso e un abbraccio fraterno a Matteo Renzi? Ci possiamo permettere di non tenerci per mano in una fase così inquieta della politica italiana?». Sarà per questa storia dell’Harambee, il nome che Richetti ha dato all’incontro, una parola che nella lingua keniota significa insieme oppure «oh issa», una parola che incita all’impegno di squadra, ma il Richetti di ieri è molto comunitario, ha parlato della necessità del collettivo. Il sogno di correggere la parabola umana e politica di Matteo Renzi che ha toccato lo zenith e l’abisso della politica con una dose di comunitarismo potrebbe essere affascinante. Non è però una via facile quella nella quale si è incamminato Matteo Richetti anche se il senatore Pd non ha molto da perdere in questo viaggio. E rispetto agli altri renziani doc ha un vantaggio: ha vissuto la stagione del renzismo con spirito critico, sempre fuori dal Giglio Magico, sempre con una sua autonomia rispetto agli equilibri di potere. Una distinzione che, di questi tempi, potrebbe servire per guadagnarsi uno spazio politico. Ha aperto la convention di ieri a Roma con una battuta («Siamo venuti qui all’Acquario per spegnerli tutti i caminetti») e ha invitato il leader dei Cinque Stelle Di Maio a confrontarsi sulle proposte e a smetterla con gli appelli a vuoto. Il 21 aprile c’è l’assemblea nazionale del Pd che probabilmente incoronerà Maurizio Martina a segretario del Pd. Il tempo di Richetti inizia dopo quella data.