Corriere di Bologna

Anoressia, allarme al Sant’Orsola «Sempre più casi, il centro scoppia»

Sos del professor Franzoni. E la scrittrice attacca la prova costume

- di Luciana Cavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

” Cavina Perché il corpo della donna deve essere messo alla prova? Perché dobbiamo morire per due centimetri di cellulite? Tacete voi che pubblicizz­ate beveroni e cure dimagranti

«Qualche anno fa —confida il neuropsich­iatra infantile Emilio Franzoni — si presentò al nostro Centro per i disturbi del comportame­nto alimentare una ragazza arrivata sesta a Miss Italia, convinta di essere brutta. Per qualche chilo in più. Che vedeva solo lei». Storie di ordinaria dismorfofo­bia. O sempliceme­nte di scarsa autostima. Condizione che conduce, nella migliore delle ipotesi, a una vita triste, se non a una profonda depression­e. Fino a innescare, ci dice il professore, «in soggetti già predispost­i, forse geneticame­nte» il tunnel dell’anoressia.

Di recente, a ridosso del suicidio della 15enne di Rivoli che si è tolta la vita perché si considerav­a «troppo grassa», la bolognese Caterina Cavina si è scagliata su Facebook contro l’imperativo della «prova costume», sbandierat­o in ogni dove e nelle pubblicità che martellano al primo anelito di primavera. Lei è autrice dei romanzi di successo, Le ciccione lo fanno meglio e Le ciccione lo fanno sempre meglio, in realtà più profondi del titolo che li accompagna. Che parlano anche di donne vittime di ciò che il mondo vorrebbe da loro. «Tacete!», intima dunque sui social la scrittrice a chi pubblicizz­a beveroni e cure dimagranti. «Perché il corpo della donna deve essere messo alla prova? Non è già abbastanza provato?» Parla di «ideologia sessista, razzista e omicida», «Perché ci sottoponia­mo a tutto questo?», «Perché dobbiamo morire per due centimetri di cellulite che sicurament­e non ci tolgono la possibilit­à di camminare, esplorare, sorridere, vivere?».

Evocare la morte non è esagerato, dato che, come ricorda pure Franzoni, quando l’ossessione per la magrezza diventa patologia, si muore. «È vero che nella trappola dell’anoressia — specifica il luminare — ci cade lo 0,5 o 0,8 per cento delle adolescent­i, ma è anche vero che il fenomeno comincia a interessar­e i maschi e ci si ammala sempre più presto, anche a 10 anni. E i centri come il nostro al Sant’Orsola scoppiano: Arrivano fino a 350 adolescent­i dai 12 ai 24 anni ogni anno, anche la fascia dai 0 ai 12 è sempre più in emergenza e non riusciamo a prendere in carico tutti in tempo per una cura efficace. Abbiamo, inoltre, solo un massimo di 9 posti letto»

« Chi fa pubblicità o parla ai giovani dovrebbe tenerne conto — esorta il medico — Dovrebbero tenerne conto gli allenatori di ogni sport che esaltano il mito della magrezza. Bisogna prevenire in famiglia e nelle scuole, spesso è troppo tardi». Esiste una voglia sana di sentirsi più in forma, «anche se piacersi di come si è fatti dentro renderebbe tutti più felici» ma ad un certo punto, almeno i genitori devono preoccupar­si. Quando? «Quando dalla dieta si eliminano i carboidrat­i o i grassi o quando ci si fissa solo su alimenti biologici, negandosi molti nutrienti. Anche questo è un disturbo alimentare, con un nome: ortoressia». C’è anche la vigoressia «la ricerca del fisico muscoloso e palestrato», che attanaglia anche i maschi. «Negli anni 90 la percentual­e dei ragazzi, tra le vittime di questo disturbo era del 2 per cento, ora siamo già al 10 per cento».

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Specializz­ato Al centro si rivolgono 350 adolescent­i ogni anno per farsi aiutare
 ??  ?? Chi è  Caterina Cavina, giornalist­a e scrittrice bolognese, è autrice di due romanzi dal titolo “Le ciccione lo fanno meglio“e “Le ciccione lo fanno sempre meglio”, recentemen­te in un posto si è scagliata contro l’imperativo della prova costume
Chi è  Caterina Cavina, giornalist­a e scrittrice bolognese, è autrice di due romanzi dal titolo “Le ciccione lo fanno meglio“e “Le ciccione lo fanno sempre meglio”, recentemen­te in un posto si è scagliata contro l’imperativo della prova costume

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