Quel sogno in cucina di Ke «I nostri ravioli millenari»
Partito dallo Zhejiang, è arrivato a Bologna 30 anni fa
dove gestisce il ristorante Haowei. Da Bologna, poco più che ventenne, Lu Ke era passato per caso durante un viaggio ed era rimasto affascinato dalla vivacità della Bolognina e di questa città universitaria «Vivacità va detto — sorride — che negli anni è andata un po’ persa. Il cibo e la moda l’hanno sempre contraddistinta». E sua moglie, infatti, prima di iniziare a lavorare con lui al ristorante aveva un negozio d’abbigliamento. Ora lo aiuta in sala, in via Casoni 2.
Prima di diventare uno chef aveva tentato, ma senza troppa decisione, di studiare Informatica. «Dopo poco ho lasciato. Sapevo che la mia strada era quella della cucina», percorso che vorrebbe fare anche uno dei suoi due figli, il più piccolo che studia all’istituto alberghiero. Mentre l’altro è iscritto a Medicina, «vuole diventare un cardiologo». Lui e sua moglie non hanno la cittadinanza italiana «ma per scelta, quando saremo anziani ci piacerebbe tornare in Cina, chissà. Invece i miei figli hanno la cittadinanza e Bologna è la loro città. La nostra città», sorride: «Mi sono sempre sentito accolto qui e ho cercato dal primo momento di integrarmi al meglio. Ho sempre vissuto in questa zona (in Bolognina, ndr), è sempre stato un quartiere comodo e strategico per le attività commerciali». Anche se i suoi luoghi del cuore in città sono più distanti: Piazza Maggiore e San Luca.
«Non sono cattolico, sono sempre stato affascinato dal buddismo, i miei figli invece da piccoli hanno frequentato i salesiani. In famiglia la religione non è mai stata un’imposizione. Una libertà che abbiamo voluto dare ai nostri figli, abbiamo raccontato loro da dove veniamo, ma questa è la loro terra. Forse anche per questo siamo stati fortunati, ci hanno sempre accolti molto bene».