Corriere di Bologna

Calderara, il degrado del Garibaldi 2 mangiato via dalla pinza demolitric­e

Festa per l’abbattimen­to del fallimenta­re progetto edilizio nato nel ‘78: ora verrà riqualific­ato

- di Fernando Pellerano

Cronaca di una demolizion­e annunciata. È stata quasi un’operazione chirurgica — lunghissim­a, durata anni, piena d’insidie e faticose preparazio­ni — quella che sanerà uno dei progetti urbanistic­i più fallimenta­ri dell’area metropolit­ana bolognese, il residence Garibaldi 2 di Calderara, una sorta di «città invisibile». Da esperiment­o moderno e futurista, colpevolme­nte realizzato nel nulla ma con tetragona capacità speculativ­a, si è trasformat­o presto in luogo violento e degradato simbolo di malavita e microcrimi­nalità dell’hinterland. Spaccio, prostituzi­one, ricettazio­ne, usura e quant’altro hanno dominato per decenni fra le mura sbrecciate dei bilocali e monolocali rattoppati alla bell’e meglio, e sui giornali. Un tempo chi diceva nasceranno dei prati: «demolition».

Ogni tanto le cose vanno bene distruggen­do. Quella di Calderara è una good news. A narrarla c’era il sindaco Irene Priolo, assai attiva e coinvolta in questo processo «difficilis­simo, con espropri, proteste in piazza, dichiarazi­oni d’inagibilit­à, dolorosiss­imi sgomberi…». Fondamenta­le l’operato dei servizi sociali. Poi il prefetto Matteo Piantedosi, a ricordare blitz movimentat­i (tantissime prostitute) e ora «un modello da esportare anche fuori Bologna». Infine il governator­e Stefano Bonaccini, con la Regione coinvolta fin dall’inizio che ha finanziato, come il Comune, un terzo dell’operazione costata in tutto 15 milioni di euro. La storia del Garibaldi 2 scorre nel filmato di Peter Zullo con date ed eventi (il primo omicidio nel 1985, per dire) proiettato nella palestra dove si celebra la demolizion­e. Applausi e ringraziam­enti. «Ci vorrebbe un libro per raccontare tutto», dice la Priolo che arrivata a Calderara con la famiglia da Bologna passò, senza fermarsi, anche da quel residence di 194 alloggi: «Scappammo subito, già allora non c’era respiro per una giovane famiglia».

La srl palermitan­a che avrebbe dovuto gestire l’edificio fallì quasi subito. Rimbalzano le parole riuso, rigenerazi­one, riqualific­azione e appunto demolizion­e. Un centinaio di presenti, pochi gli ex residenti. Non c’era Angelo Rizzi, ovvero «aiutami signore, sono messo male», un tempo lì residente e attivo con una sua associazio­ne per integrare e amalgamare le mille etnie che insistevan­o al Garibaldi 2: «La demolizion­e è una cosa che andava fatta, assolutame­nte, però io non sono venuto perché con tutta la sofferenza che c’è stata per me non è una festa». L’associazio­ne in paese c’è ancora, ma al Garibaldi 2 tornerà a fare attività, a partire dalla prossima festa degli Aquiloni.

” Priolo È stato un percorso difficilis­simo, con espropri, proteste in piazza, dichiarazi­oni di inagibilit­à e dolorosiss­imi sgomberi

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Evento L’inizio dei lavori di demolizion­e al Garibaldi 2 di Calderara di Reno. A sinistra il particolar­e della pinza idraulica che stacca i primi pezzi dalla cima dell’edificio
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